Ruba 500.000 euro nascosti in uno scooter
I soldi erano in garage. La difesa: è vendetta
TRENTO Mezzo milione di euro in contanti. Un tesoretto degno di Paperon de’ Paperoni, il famoso personaggio Disney che amava tuffarsi nella sua montagna di denaro. L’imprenditore rendenese con un evidente fiuto per gli affari ricorda un po’ lui, ma il denaro non l’aveva ammonticchiato in qualche angolo dell’azienda bensì diviso in mazzette legate accuratamente con elastici e sistemato in cassaforte. Era forse poco fiducioso nel lavoro delle banche e così aveva deciso di tenere i soldi in casa, salvo poi trasferirli nella sella di un suo scooter, parcheggiato in un garage di Trento.
Era stata la compagna a nascondere i soldi, ma qualcuno però lo avrebbe scoperto. Qualcuno vicino a lei.Il furto era stato messo a segno il 24 febbraio 2016. Il denaro era sistemato in un sacco e sarebbero sparito sotto gli occhi dell’ignaro custode del garage che, all’oscuro di tutto, aveva consegnato le chiavi alla zia della compagna dell’imprenditore. Sarebbe stata lei a derubare l’imprenditore e a forzare la sella dello scooter, gli investigatori della polizia giudiziaria sono risaliti al suo nome dopo una serie di approfondimenti. L’imprenditore aveva subito nutrito qualche sospetto sulla zia della compagna tanto che aveva tardato a sporgere denuncia (presentata ben 5 mesi dopo) forse sperando di risolvere la questione bonariamente. Non è stato così. A quel punto si è messa in moto la macchina della giustizia e alla fine la donna è crollata e ha ammesso. Dopo aver risarcito 54.950 euro il 2 maggio 2017 ha chiuso la vicenda giudiziaria con un patteggiamento. Ma qualche tempo dopo, a settembre, avrebbe deciso di togliersi i sassi dalla scarpa. La donna ha chiamato la nipote spiegandole di voler «raccontare la verità». Le due donne si sono incontrate in un locale e a quel punto la zia avrebbe tirato in ballo il marito, poi diventato ex, un sessantenne trentino. La donna ha raccontato di aver rubato i soldi e averli consegnati al marito che li avrebbe utilizzati per pagare degli artigiani impegnati in lavori di ristrutturazione di alcuni immobili. L’uomo è così finito a processo per furto, ma il sessantenne, difeso dall’avvocato Stefano Frizzi, nega. «Si tratta di una vendetta della mia ex moglie» dice.