Corriere del Trentino

Volksbank: fusione fra banche locali

L’auspicio di Michaeler contro l’arrivo di capitali finanziari esterni alla provincia di Bolzano L’unico dossier plausibile è quello con Sparkasse. Schneebach­er: «Occorre essere realisti»

- Raffaele Puglia

BOLZANO I vertici di Volksbank rilanciano l’ipotesi di una fusione tra banche locali. Il presidente del consiglio di amministra­zione Otmar Michaeler, all’indomani dell’approvazio­ne in cda del bilancio relativo all’esercizio del 2018, ha dichiarato: «Se, come Volksbank, oggi siamo una delle 21 maggiori banche in Italia, questo non è dovuto solamente al fatto che siamo cresciuti così tanto, ma al fatto che abbiamo dato vita a un enorme processo di fusione e integrazio­ne. Questo processo di fusione è tutt’altro che completo e ha uno sfondo molto chiaro».

Contattato Michaeler ha preferito non aggiungere altro, limitandos­i a sottoscriv­ere quanto dichiarato alla stampa in lingua tedesca. Il timore in casa Volksbank è che banche nazionali o addirittur­a internazio­nali possano puntare le banche locali spostando al di fuori dell’Alto Adige il baricentro decisional­e. A pensarlo è anche il direttore generale Johannes Schneebach­er, che ha chiarito: «Bisogna essere realistici e vedere cosa si può fare per garantire la migliore offerta locale di servizi finanziari. Bisogna tenere tutte le opzioni aperte». Il ragionamen­to del direttore parte dalla compagine del credito cooperativ­o, per forza di cose legata al territorio: «Il gruppo Raiffeisen sarà sempre un fornitore locale, altoatesin­o. Non è giusto che alla fine solo Raiffeisen rimanga l’unica banca gestita in Alto Adige, come nel caso del Trentino (con il gruppo di Cassa centrale banca, nazionale ma con testa a Trento, ndr). Sarebbe un danno irreparabi­le per l’economia altoatesin­a».

Guardando allo scenario nazionale e internazio­nale, oltre all’avvento del FinTech, a fare paura alle banche tradiziona­li è soprattutt­o l’ingresso dello «shadow banking» nel mondo dei servizi finanziari tradiziona­li (secondo la definizion­e Consob, il complesso di mercati, istituzion­i e intermedia­ri che erogano servizi bancari senza essere soggetti alla relativa regolament­azione). Nel solo 2017, stando ai dati riportati dal Financial Stability Board, il cosiddetto sistema bancario ombra ha gestito oltre 116mila dei 382mila miliardi di dollari del sistema finanziari­o, pari a una quota del 30,5% che sembra essere destinata a salire.

Tornando però all’ipotesi di una fusione locale, escludendo il gruppo Raiffeisen, l’unico dossier plausibile è quello di unaf usi on eVolksbank­S park asse. Su questa ipotesi però il direttore generale ha preferito non commentare, limitandos­i a sottolinea­re l’importanza di mantenere le decisioni del sistema bancario altoatesin­o a livello locale. Un’ipotesi di questo tipo non sarebbe priva di problemati­che: il primo pensiero va al numero di filiali che andrebbero a raddoppiar­e, con conseguent­i problemi di potenziali esuberi.

Solo venerdì il cda di Volksbank ha approvato il bilancio relativo all’esercizio del 2018 con un utile di 34,3 milioni in crescita del 41,1%. La quota dei crediti deteriorat­i (Npl ratio) è all’8,7%, contro il 12,9% del 2017. I livello di copertura dei crediti deteriorat­i è al 44%. contro il 43,5% dell’anno precedente (per le sofferenze la copertura è del 55%). Il Cet1 si attesta all’11,3%, leggerment­e in calo rispetto all’11,7% del 2017. L’attivo ha superati i 10 miliardi di euro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy