Volksbank: fusione fra banche locali
L’auspicio di Michaeler contro l’arrivo di capitali finanziari esterni alla provincia di Bolzano L’unico dossier plausibile è quello con Sparkasse. Schneebacher: «Occorre essere realisti»
BOLZANO I vertici di Volksbank rilanciano l’ipotesi di una fusione tra banche locali. Il presidente del consiglio di amministrazione Otmar Michaeler, all’indomani dell’approvazione in cda del bilancio relativo all’esercizio del 2018, ha dichiarato: «Se, come Volksbank, oggi siamo una delle 21 maggiori banche in Italia, questo non è dovuto solamente al fatto che siamo cresciuti così tanto, ma al fatto che abbiamo dato vita a un enorme processo di fusione e integrazione. Questo processo di fusione è tutt’altro che completo e ha uno sfondo molto chiaro».
Contattato Michaeler ha preferito non aggiungere altro, limitandosi a sottoscrivere quanto dichiarato alla stampa in lingua tedesca. Il timore in casa Volksbank è che banche nazionali o addirittura internazionali possano puntare le banche locali spostando al di fuori dell’Alto Adige il baricentro decisionale. A pensarlo è anche il direttore generale Johannes Schneebacher, che ha chiarito: «Bisogna essere realistici e vedere cosa si può fare per garantire la migliore offerta locale di servizi finanziari. Bisogna tenere tutte le opzioni aperte». Il ragionamento del direttore parte dalla compagine del credito cooperativo, per forza di cose legata al territorio: «Il gruppo Raiffeisen sarà sempre un fornitore locale, altoatesino. Non è giusto che alla fine solo Raiffeisen rimanga l’unica banca gestita in Alto Adige, come nel caso del Trentino (con il gruppo di Cassa centrale banca, nazionale ma con testa a Trento, ndr). Sarebbe un danno irreparabile per l’economia altoatesina».
Guardando allo scenario nazionale e internazionale, oltre all’avvento del FinTech, a fare paura alle banche tradizionali è soprattutto l’ingresso dello «shadow banking» nel mondo dei servizi finanziari tradizionali (secondo la definizione Consob, il complesso di mercati, istituzioni e intermediari che erogano servizi bancari senza essere soggetti alla relativa regolamentazione). Nel solo 2017, stando ai dati riportati dal Financial Stability Board, il cosiddetto sistema bancario ombra ha gestito oltre 116mila dei 382mila miliardi di dollari del sistema finanziario, pari a una quota del 30,5% che sembra essere destinata a salire.
Tornando però all’ipotesi di una fusione locale, escludendo il gruppo Raiffeisen, l’unico dossier plausibile è quello di unaf usi on eVolksbankS park asse. Su questa ipotesi però il direttore generale ha preferito non commentare, limitandosi a sottolineare l’importanza di mantenere le decisioni del sistema bancario altoatesino a livello locale. Un’ipotesi di questo tipo non sarebbe priva di problematiche: il primo pensiero va al numero di filiali che andrebbero a raddoppiare, con conseguenti problemi di potenziali esuberi.
Solo venerdì il cda di Volksbank ha approvato il bilancio relativo all’esercizio del 2018 con un utile di 34,3 milioni in crescita del 41,1%. La quota dei crediti deteriorati (Npl ratio) è all’8,7%, contro il 12,9% del 2017. I livello di copertura dei crediti deteriorati è al 44%. contro il 43,5% dell’anno precedente (per le sofferenze la copertura è del 55%). Il Cet1 si attesta all’11,3%, leggermente in calo rispetto all’11,7% del 2017. L’attivo ha superati i 10 miliardi di euro.