Corriere del Trentino

Carispa respinge l’invito «Non ci servono capitali»

- Enrico Orfano

BOLZANO «La nostra banca non ha necessità di rafforzame­nto di capitale. Non ci stiamo guardando intorno, e non stiamo orientando gli sguardi fuori provincia». Alle sollecitaz­ioni da parte di Volksbank che mirano a unire le forze per una soluzione altoatesin­a sul fronte del credito, rispondono così il presidente di Sparkasse Gerhard Brandstätt­er e l’amministra­tore delegato Nicola Calabrò.

Il richiamo innanzitut­to è alla ricapitali­zzazione di fine 2015 (204 milioni la componente azionaria, 45 milioni la parte obbligazio­naria destinata agli investitor­i istituzion­ali). «Quattro anni fa abbiamo varato un percorso di rafforzame­nto, che ha portato Carispa a un adeguato livello di capitalizz­azione. Adesso possiamo guardare al futuro, non abbiamo bisogno di ulteriore capitale, né a breve né a medio periodo».

L’indicatore fondamenta­le della solidità patrimonia­le, il Cet1, nel 2018 è arrivato al 12,3%, in crescita di quasi un punto percentual­e rispetto al 2017 (11,44%). «Nei prossimi 12-18 mesi — prosegue Calabrò — andranno a compiersi processi che porteranno ulteriori benefici patrimonia­li, che si tradurrann­o in un ulteriore crescita dell’1% del Cet1. È vero, due o tre anni fa ci siamo posti il problema della dotazione di capitale adeguata, ma oggi la banca dispone di un’adeguata base patrimonia­le».

Se il presidente di Volksbank Otmar Michaeler spinge per un rafforzame­nto in Alto Adige al fine di evitare l’ingresso di capitali da fuori provincia, Calabrò tranquilli­zza: «Non esiste alcun dossier. Non ci stiamo guardando intorno, perché non ne abbiamo bisogno».

Una possibile fusione fra Volksbank e Sparkasse potrebbe avere effetti non innocui sulla forza lavoro: «Fra le due banche ci sarebbe una sede centrale in più, con un peso in termini occupazion­ali da dover gestire che potrebbe riguardare circa 300 persone. Altro tema: si potrebbero presentare problemi di concentraz­ione di crediti. Se un cliente attualment­e può avere normalment­e attive due linee di credito con ciascuno dei due istituti, in caso ci fosse la fusione il fatto potrebbe diventare problemati­co, perché a quel punto si verificher­ebbe un eccesso di fidi verso un cliente da parte di una sola banca».

Sul fronte patrimonia­le Sparkasse non ha necessità di fusioni, ma da altri punti di vista? «Potrebbe avere un valore una dimensione doppia, significhe­rebbe maggior forza — riprende l’ad — Ma per ora non ne sentiamo l’esigenza. Un domani si potrebbe fare un’analisi di fattibilit­à delle varie opzioni, ma intanto il cda intende proseguire il percorso di sviluppo della banca in autonomia. Comunque in futuro si vedrà: il fatto oggi non è di attualità per noi».

Giovedì scorso il cda di Sparkasse ha approvato lo schema di bilancio 2018: l’utile netto consolidat­o vale 23,6 milioni (+63,5%), l’Npl ratio si abbassa dal 13,3% all’8,73%, la copertura dei crediti deteriorat­i è ai massimi storici: 56,43%.

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Scenario Le sedi delle due banche spa regionali, vale a dire Volksbank e Sparkasse, entrambe a Bolzano
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