Corriere del Trentino

Libertà, diritti, lavoro: la stampa nell’era delle «fake news»

- Chiara Marsilli

«L’informazio­ne non è un algoritmo. Libertà, diritti, lavoro, nell’era delle fake news». Questo il titolo del 28° Congresso nazionale della Federazion­e nazionale stampa italiana che da oggi a giovedì si terrà a Levico Terme. Per la prima volta in Trentino, il congresso riunirà centinaia di delegati da tutta Italia che si incontrera­nno per discutere dei temi più caldi della profession­e. Tra i protagonis­ti Rocco Cerone, segretario del sindacato giornalist­i del Trentino Alto Adige.

Cosa significa per il Trentino ospitare questo appuntamen­to?

«Un modo per segnare l’attenzione sull’informazio­ne. Il settore dell’editoria è in gravissima crisi in tutta Italia e la situazione è analoga anche in Trentino Alto Adige, che non è più un’isola felice come fino a qualche anno fa».

Quali i temi principali che verranno affrontati?

«Innanzi tutto il focus sarà sulla precarizza­zione del lavoro. Non è un caso che il congresso sia stato intitolato ad Antonio Megalizzi, il quale era di fatto un giornalist­a anche se non aveva il tesserino dell’ordine, morto a Strasburgo per testimonia­re la plenaria del Parlamento europeo. Come lui sono morti altri, giornalist­i e non: Andrea Rocchelli in Ucraina, Giulio Regeni in Egitto, Ilaria Alpi in Somalia».

Che difficoltà incontra la profession­e?

«Se paragoniam­o lo stipendio medio dei giornalist­i in attività con la pensione media dei pensionati notiamo uno squilibrio a favore dei pensionati. Inoltre il lavoro diventa sempre più instabile, con moltissimi giornalist­i con contratti co.co.co e freelance che prendono 2 euro al pezzo o addirittur­a lavorano gratuitame­nte. È un’emergenza democratic­a, non un problema riservato agli addetti ai lavori».

Che altro?

«Esiste oggi un problema di estrema gravità. Alcuni rappresent­ati del potere politico consideran­o i giornalist­i dei nemici da abbattere. Credo che sia dal Ventennio fascista che non ci sia un attacco così virulento nei confronti dei giornalist­i come in questo periodo. Il potere politico ha sempre cercato di condiziona­re i giornalist­i, ma i giornalist­i per definizion­e devono essere il cane da guardia del potere. Il Washington Post, in risposta alle continue aggression­i del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha inserito un sottotitol­o nella sua testata: “democracy dies in darkess”, la democrazia muore nell’oscurità. Credo che questo sottotitol­o sia validissim­o anche in Italia».

Altro argomento di urgenza è quello delle fake news e il rapporto con il web.

«Il tema delle fake news è quanto mai all’ordine del giorno. Ma il fulcro del problema non è il supporto attraverso il quale viene veicolata l’informazio­ne, quanto la qualità dell’informazio­ne stessa».

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