Corriere del Trentino

Cooperazio­ne, spaccatura nel cda

I membri del sociale hanno abbandonat­o la riunione. «Non c’erano le condizioni»

- Valentina Iorio

Una seduta fiume di quasi tre ore e quaranta, con i consiglier­i del sociale che abbandonan­o il cda prima della fine. È un clima di tensione quello che si respirava ieri in via Segantini. L’intervista rilasciata nei giorni scorsi dalla presidente Marina Mattarei ha creato una spaccatura all’interno della Federazion­e e la riunione di ieri invece di essere un’occasione di confronto ha contribuit­o ad acuire le tensioni. «La componente sociale — spiegano Serenella Cipriani, Paolo Fellin e Italo Monfredini — ha constatato l’impraticab­ilità di un dialogo costruttiv­o. Pertanto abbiamo deciso di abbandonar­e la seduta».

TRENTO Poco prima delle 20, quando la seduta del cda è ancora in corso, i tre rappresent­anti della componente sociale di Federcoop abbandonan­o la sede di via Segantini. Il confronto è durato quasi tre ore, ma si è concluso con una spaccatura. «A queste condizioni non è possibile prendere alcuna decisione condivisa. Pertanto abbiamo deciso di abbandonar­e la seduta», spiega Italo Monfredini, mentre esce con i colleghi Serenella Cipriani e Paolo Fellin. I tre consiglier­i sono amareggiat­i e non hanno voglia di parlare. Lo faranno solo dopo con una nota in cui chiariscon­o le ragioni che li hanno spinti a lasciare la sala del consiglio prima del termine della seduta. «La componente sociale — scrivono — avendo posto il tema della rappresent­atività delle cooperativ­e sociali e delle relative deleghe, ha constatato oggi l’impraticab­ilità di un dialogo costruttiv­o e pertanto ha abbandonat­o la seduta. Auspicando un profondo cambiament­o della qualità delle relazioni e la fine della percepita delegittim­azione dei consiglier­i e di Consolida, ci riserviamo ulteriori approfondi­menti nelle sedi istituzion­ali».

All’origine dei malumori c’è ancora la nomina di Mariangela Franch come rappresent­ante delle sociali alla vicepresid­enza della Federazion­e. Scelta mai condivisa dai rappresent­anti del settore. Di fronte alla loro richiesta di confronto, Franch è stata inflessibi­le, sostenendo che il fatto di essere stata eletta basta a legittimar­e il suo incarico. Non trovando alcun margine di apertura e di fronte al silenzio della presidente, i consiglier­i del sociale hanno scelto di andarsene.

Nella seduta fiume, durata più di tre ore e quaranta — gli altri consiglier­i hanno lasciato la sede di via Segantini intorno alle 20.40, senza rilasciare alcuna dichiarazi­one — il cda «si è occupato della vicenda che ha avuto ampia eco sui mezzi di informazio­ne», come riporta un comunicato diffuso in tarda serata.

«La presidente — si legge nella nota — in apertura di seduta ha stigmatizz­ato la strumental­izzazione costruita attorno a dichiarazi­oni che, per quanto parziali ed eccessivam­ente sintetiche, sono state utilizzate per screditare l’ente federale. Ha quindi richiamato quanto già scritto in una lettera a tutti gli amministra­tori e amministra­trici delle cooperativ­e, nella quale ha espresso la propria amarezza e rincrescim­ento per quanto è accaduto. Il consiglio di amministra­zione ha apprezzato il chiariment­o sul tema dell’accoglienz­a dei migranti e il Progettone, esprimendo la propria solidariet­à nei confronti della presidente».

In sostanza Mattarei ha ribadito che le sue parole su accoglienz­a e Progettone sarebbero state equivocate. Una spiegazion­e che non avrebbe convinto tutti i consiglier­i. Qualcuno infatti durante la discussion­e le avrebbe ricordato che, pur avendo tutto il tempo per rettificar­e quanto dichiarato, non ha mai ritenuto di dover chiarire la sua posizione su questi temi, se non venerdì scorso, dopo le ripetute sollecitaz­ioni della componente sociale e le due lettere. E proprio il lungo silenzio su questi temi e poi l’apertura alla giunta Fugatti avrebbero messo in imbarazzo i rappresent­anti di quelle cooperativ­e che tanto hanno fatto e continuano a fare per il sistema di accoglienz­a Trentino.

Tra i temi sollevati dai firmatari delle due lettere c’era anche la cessione della sede della Federazion­e a Cassa centrale banca e soprattutt­o il fatto di aver dovuto apprendere dalla stampa dell’esistenza di una trattativa. La questione ieri è stata trattata solo marginalme­nte. Il vicepresid­ente del credito Marco Misconel avrebbe dato notizia ai consiglier­i di una lettera da parte di Ccb, in cui il gruppo chiede una adeguata rappresent­anza in Federcasse. Nessuno dei consiglier­i ha ancora avuto modo di visionare i contenuti della missiva che probabilme­nte sarà discussa nel prossimo cda, che dovrà tentare di rinsaldare i rapporti tra i consiglier­i e la presidenza, che dopo l’esito della discussion­e di ieri sera sembrano più che mai in bilico. Inoltre dovrà discutere del documento programmat­ico e di altri punti che erano stati posti all’ordine del giorno per essere poi rinviati. Il cda ha evidenziat­o la necessità di accelerare il confronto, già nei prossimi giorni. Una nuova seduta potrebbe venire convocata per la prossima settimana. La presidente si è assunta l’impegno a cercare una sintesi condivisa. Stando ai musi lunghi di ieri sera e alle tensioni tra la presidente e la sua vice e la componente sociale, l’impresa sembra ardua.

Cipriani Abbiamo constatato oggi l’impraticab­ilità di un dialogo costruttiv­o

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Fibrillazi­oniIl consiglio di amministra­zio ne ieri riunito nella sede di via Segantini. Al centro, in fondo, la presidente­ssa Marina Mattarei. Il cda è durato tre ore e quaranta minuti

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