Corriere del Trentino

In tre nei guai per l’assalto ai bancomat

I malviventi avrebbero manomesso, in una sera, 4 sportelli in città: rubati 530 euro

- Dongilli

Tre uomini sono finiti a processo con l’accusa di furto aggravato: avrebbero manomesso, in una sola sera, quattro sportelli bancomat della città, rubando 530 euro. La tecnica è quella del cash trabbing.

TRENTO La tecnica è nota da tempo alle forze dell’Ordine: si scrive «cash trapping», si legge manomissio­ne degli sportelli bancomat con conseguent­e furto di denaro. Episodi di questo tipo, negli ultimi anni, si sono verificati a decine in tutta Italia, Trento compresa. Quattro gli sportelli finiti nel mirino di tre uomini di origine rumena che ora si trovano a processo con l’accusa di furto.

Tutto sarebbe successo in una calda serata, alla vigilia del Ferragosto 2012. Una donna si reca allo sportello della Banca popolare, preleva 200 euro ma nè i soldi nè la ricevuta escono dalla bocchetta, nonostante il terminale le comunichi che l’operazione è avvenuta correttame­nte. La donna controlla dunque il suo estratto conto e

Cash trapping I criminali avrebbero bloccato i soldi altrui nello sportello con una forcella

vede che la cifra le era stata comunque scalata; quindi chiama la banca per avere lumi su quanto successo e le viene comunicato che era vittima di un furto. La banca, verosimilm­ente analizzand­o quanto filmato dalle telecamere, ha ricostruit­o quanto successo: i soldi erano stati prima bloccati nel bancomat e poi, quando lei si era allontanat­a a mani vuote, un uomo si era palesato davanti allo sportello e li aveva presi. Si tratta del cosiddetto meccanismo del cash trapping: in pratica il malvivente effettua prima un prelievo con una carta «civetta», una carta non riconoscib­ile, in modo da aver accesso alla fessura (detta shutter) da cui escono i soldi. Qui infila una forcella o un piccolo oggetto metallico capace di trattenere i soldi del successivo prelievo. Quindi se ne va e aspetta che qualcuno si rechi allo sportello per fare prelievo: quando la vittima si allontana a mani vuote, torna svelto al terminale e sblocca i soldi togliendo la forcella.

Nella stessa sera altri tre utenti di tre banche diverse del capoluogo hanno subito lo stesso furto, seppure per cifre diverse: un uomo aveva prelevato 50 euro alla Unipol, un’altra donna 250 euro sempre alla Popolare ma presso uno sportello diverso dal primo e altri 30 li ha prelevati un’altra donna presso la Deutsche Bank. Tutte queste persone hanno sporto denuncia a carabinier­i e polizia nei giorni successivi ai fatti e dall’incrocio delle denunce si è potuto ipotizzare che i colpevoli fossero gli stessi e dunque avviare le indagini. Un’altra denuncia è arrivata dalla Cassa rurale di Trento dove però qualcosa doveva essere andato storto per i malviventi, dal momento che il bancomat era andato in tilt all’atto stesso della manomissio­ne e il direttore di filiale si era accorto che la feritoia di rilascio delle banconote era danneggiat­a. Analizzand­o i video delle telecamere si poteva vedere, secondo quanto ricostruit­o nella querela, un uomo che armeggiava allo sportello. È da qui probabilme­nte che sono partite le indagini di polizia e carabinier­i che hanno portato alla identifica­zione di tre uomini, indagati e ora a processo con l’accusa di furto con l’aggravante del mezzo fraudolent­o usato.

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