Corriere del Trentino

Freddo e potature autunnali: i nemici di rose e rosai Istruzioni per un ricco giardino

- Angolodeig­iardini@gmail.com

Nella foto grande, un dettaglio del roseto a Bulla, in Val Gardena, con vista sulle Dolomiti e Ortisei. In piccolo, il pendio dello stesso roseto che è il più alto d’Europa

Sarebbe ora di potare i rosai. Chi giura sugli influssi extraterre­stri, lo può fare in luna calante. Io li taglio all’ultimo momento, in marzo. Mi danno pochi grattacapi, perciò restano ultimi. Perché non potarli in autunno? Per due motivi: in ottobre una petulante moschina potrebbe deporre il suo uovo nel legno fresco. La larva scava una tana , il ramo si secca. In primavera questo pericolo non esiste. Se poi si pota in autunno, i germogli potrebbero venire distrutti da eventuali gelate precoci.

Per potare correttame­nte i rosai, è meglio sapere a quale gruppo - sono sei - appartengo­no: rosai a cespuglio o arbustivi, comprendon­o rose antiche e le rose dette «romantiche», rampicanti e rambler, tappezzant­i, polyanta e floribunda, ibridi di tea, rose botaniche. I rosai a cespuglio vanno lasciati ampi e ramificati, alti dal metro al metro e mezzo, con almeno otto, dieci rami portanti, si eliminano, segandoli alla base, i rami molto vecchi, si recidono i deboli e quelli che s’incrociano. A ogni ramo si lasciano circa una decina di germogli, contando dalla base. Ai rampicanti si toglie il legno vecchio, legando i

MERANO

rami in orizzontal­e. Solo così fioriranno copiosamen­te. I rambler - con rami lunghissim­i e flessibili- vanno lasciati arrampicar­e liberament­e, eliminando solo i rami secchi. I rosai tappezzant­i si lasciano in pace, limitando gli interventi sul seccume. Un mio conoscente, un vecchio giardinier­e, li pota passandoci sopra con la falciatric­e tenuta alta. I rosai detti polyanta ei floribunda, generalmen­te coltivati a siepe, non hanno bisogno di particolar­i cure, se non dopo la fioritura, si tolgono le rose sfiorite e si accorciano i rami troppo alti. Ovviamente vanno tolti i rami secchi. Agli ibridi i tea conteremo tre o quattro germogli – iniziando dal basso - per ramo portante, lasciando al massimo tre rami, per avere rose da esposizion­e, con un bocciolo per ramoscello. Le rose botaniche invece non si potano, perché hanno per natura un portamento armonioso. Si eliminano solo i rami secchi, e quelli che s’incrociano.

Nel mio giardino volevo una bassa siepe di rose davanti a un canale, e poi una rambler che coprisse in parte il tetto della casetta. La rambler, la «Bobbie James», ha fatto il suo dovere con dovizia. La siepe bassa è di rosai semirampic­anti, varietà «Cornelia», ho fissato i lunghi rami a un filo di ferro a mezzo metro da terra. E per dimostrare che predico bene, ma razzolo male, poto la «Cornelia» sbrigativa­mente con le grandi forbici da siepe. Ripeto la potatura poi una seconda volta, con mano più leggera, dopo la prima fioritura. I rosai sopravvivo­no a tutto. ALA ALDENO ANDALO ARCO BASELGA DI PINÈ CONCEI COREDO

Se sbagliamo i tempi rischiamo che le larve scavino il legno

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