Confindustria: basta con i no Fugatti: faremo la Valdastico
Il presidente Manzana attacca la burocrazia. «Non siamo sudditi del Pubblico»
TRENTO Il primo applauso alla platea degli indust r i ali , i eri, l ’ ha strappato Maurizio Fugatti. Quando, nel corso della tavola rotonda che ha chiuso l’assemblea di Confindustria Trento, ha affermato perentorio che «questa giunta la Valdastico la vuol fare», i presenti non si sono trattenuti. A loro il governatore ha assicurato che «entro qualche settimana sapremo dire se l’ipotesi di uscita a Rovereto sud sia sostenibile da un punto di vista ambientale e tecnico». La seconda ovazione è stata riservata al neo-eletto presidente Fausto Manzana, che parlando del rapporto tra pubblica amministrazione e imprenditori ha sostenuto che questi ultimi «si sentono sudditi». È la burocrazia «l’elefante da fare a fette e mangiare» secondo Manzana, «la macchina onnivora da migliorare dalla quale dipende il futuro delle nostre imprese e del Trentino».
Un problema da risolvere
Lo dichiara subito, poco dopo la proclamazione del voto (il 96,73% delle 188 persone presenti in rappresentanza di 125 aziende si è dichiarato favorevole alla sua elezione): «Alla semplificazione e al rapporto con la pubblica amministrazione ho dedicato una vicepresidenza (quella di Rocco Cristofolini, ndr) perché sono elementi determinanti — chiosa — siamo or- gogliosi di rispettare tutte le regole ma non possiamo vivere schizofrenie assurde. Non sta a noi risolvere il problema, ma non mancheremo di far sentire la nostra voce e le nostre proposte».
Fugatti raccoglie l’assist: «Nella riorganizzazione dei nostri dirigenti abbiamo individuato un’unità di missione strategica che se ne deve occupare — risponde — abbiamo già convocato un tavolo con le categorie. È la sfida più difficile che ci assumiamo come amministrazione provinciale». Manzana, tuttavia, non si accontenta e rilancia: «Si torni a dare responsabilità ai funzionari — esorta — è ignobile che queste persone lascino giacere le pratiche sulla propria scrivania a tempo indefinito». Il governatore cerca di svicolare ma viene esortato a «lanciare un’idea»: «Una qualche forma di silenzio assenso va valutata — afferma — consci comunque del fatto che oggi la parte politica è stata deresponsabilizzata e i funzionari a volte hanno paura a mettere la propria firma. Il messaggio che vogliamo far passare ai nostri dipendenti, tuttavia, è di guardare alle imprese che si rivolgono loro come a dei clienti che pagano le tasse e tengono in piedi il sistema». È a questo punto che Manzana estrae dal cilindro i «sudditi» e la metafora dell’elefante «da fare a fette e mangiare»: «Intervenga sulle piccole cose per prime — sentenzia il nuovo numero uno di Palazzo Stella — riuscirà ad accelerare rispetto a taluni ambiti e tutto il sistema ne trarrà vantaggio».
Basta con i no
È sulla Valdastico che Fugatti fa uno scatto in avanti: «Questa giunta la vuole fare — ricorda — e per noi l’uscita a Rovereto sud risponde a requisiti sia di collegamento che economici. Non c’è un progetto, è vero. Ma stiamo lavorando insieme al Veneto per analizzare le criticità ambientali e tecniche di questa soluzione e fra qualche settimana potremo decretarne la fattibilità». Per la gioia di tutti i presenti che, come ha ricordato anche il presidente uscente Enrico Zobele, ritengono si tratti di «un’opera necessaria al Trentino» sin da quando la si chiamava Pirubi. Così come è urgente la terza corsia dinamica in A22: «O si ha il coraggio di fare determinate scelte oppure si torna indietro, stare fermi non è tecnicamente possibile — sentenzia Manzana — e anche tornare indietro non fa parte del dna dell’imprenditore».
L’importanza della scuola
Guardando ai presenti in platea tuttavia (ci sono i vertici provinciali, l’assessore comunale Roberto Stanchina, il questore Giuseppe Garramone e il commissario del governo Sandro Lombardi, i sindacati, il vicepresidente nazionale di Confindustria altoatesino Stefan Pan, le altre associazioni di categoria), Manzana si rivolge al rettore Paolo Collini, auspicando un’«osmosi» fra imprese e università: «Non mi immagino una rivoluzione — ammette — ma che le porte delle nostre aziende siano aperte per i ricercatori e quelle dell’ateneo lo siano per i nostri dirigenti, quadri e anche ricercatori, perché li abbiamo anche noi». Sull’educazione il nuovo presidente insiste molto, immaginando «anche l’alta formazione in un’unica filiera, perché ci sono sì da plasmare i tecnici ma occorre puntare anche ai vertici». Per Fugatti questo si traduce nell’«insistere sul sistema duale, individuando un soggetto che possa analizzare il fabbisogno di professionalità futuro sul quale tarare l’offerta formativa che serve al mercato». Sui paventati tagli della giunta ai finanziamenti per il trasferimento degli istituti «Marconi» e «Veronesi» nel Polo Meccatronica, invece, interviene l’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli: «Si tratterà di una rimodulazione, perché gli interessi in gioco sono molti — spiega — gli industriali vogliono che il sistema scolastico crei forza lavoro preparata, la scuola ha bisogno di spazi, occorre capire se il Polo Meccatronica sia in grado di offrire tutto a tutti».
In «salsa trentina»
A Spinelli tocca anche un passaggio sul reddito di cittadinanza (del quale Manzana molto prosaicamente dice che «nessuno ha capito una fava»): «Oggi (ieri per chi legge, ndr) a Roma c’è un altro tavolo di coordinamento per la comprensione dei problemi locali che sta provocando — fa sapere — il sistema è partito in modo disarticolato, noi abbiamo l’assegno unico provinciale, un modello che funziona. L’unica cosa da rivedere è la standardizzazione della scelta formativa per i lavoratori che rimangono disoccupati». Un fugace passaggio, infine, Manzana lo riserva agli stranieri: «Per me sono un’opportunità, abbiamo tantissime necessità cui fare fronte nell’assoluto rispetto delle regole. Non mi pare un problema in Trentino così come nel resto d’Italia — conclude — certo è che il buonismo che ha guidato l’azione politica degli ultimi quindici vent’anni ha causato disastri importanti».
Manzana
La burocrazia è una macchina onnivora dalla quale dipende il futuro delle imprese
Spinelli Confronto a Roma per affrontare i problemi locali legati al reddito di cittadinanza