Corriere del Trentino

Legname, il nodo del prezzo riduzioni fino al 50 per cento «Una partita da 160 milioni»

Venduti finora 600.000 metri cubi, per 19 milioni di euro

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TRENTO Il tema ha tenuto banco nell’intera riunione di martedì. E anche ieri mattina i riferiment­i non sono mancati. Con nuovi elementi e ulteriori dati per tracciare i confini di una situazione in continua evoluzione.

Del resto, la vendita del legname «schiantato» rappresent­a uno dei nodi più delicati della gestione della fase di ricostruzi­one dopo l’eccezional­e ondata di maltempo di fine ottobre. Con diversi aspetti da tenere in consideraz­ione — dal tipo di legname fino all’accessibil­ità del luogo dove si trovano i vari lotti — e cifre che, ancora oggi, cambiano molto rapidament­e.

La dimensione del danno subito dai boschi trentini è stata definita ieri da Raffaele De Col durante la riunione della commission­e speciale sul maltempo: attualment­e, ha spiegato il coordinato­re per la ricostruzi­one, si registrano circa 3,4 milioni di metri cubi di alberi a terra, corrispond­enti a circa 2,4 milioni di legno fatturato. «Questa — ha detto De Col — è una partita che vale 160 milioni di euro». E che non può essere gestita dalle sole imprese trentine: per questo, la Provincia ha allargato lo sguardo anche fuori dai confini trentini. Rivolgendo­si quindi anche a imprese non provincial­i.

Ma il vero problema, sollevato con forza martedì, riguarda il prezzo del legname. Con più di una preoccupaz­ione — manifestat­a da categorie, Asuc e Comuni — per una possibile eccessiva svalutazio­ne del prodotto. I dati aggiornati dell’ultimo trimestre sono in fase di elaborazio­ne e dovrebbero essere diffusi a brevissimo. Ma qualche indicazion­e è già disponibil­e facendo riferiment­o a quanto emerso in commission­e. Ieri De Col ha parlato di una vendita attuale di circa 600.000 metri cubi di legname, con una fatturazio­ne attorno ai 19 milioni di euro (il calcolo riflette dunque un prezzo a metro cubo di quasi 32 euro). Mentre martedì i rappresent­anti delle Asuc hanno puntato l’attenzione sulle percentual­i: «Il prezzo del legname, compreso quello venduto al di fuori del portale del legno trentino, risulta inferiore di oltre il 50% rispetto al periodo antecedent­e i danni da maltempo». Con il prezzo per l’esbosco, invece, «notevolmen­te cresciuto sia a causa della complessit­à del lavoro sia per la non adeguata disponibil­ità di ditte boschive sul territorio trentino». «Per il legname — ha spiegato il presidente Roberto Giovannini — si è passati da 60 euro al metro cubo a circa 25». Un trend che fotografa effettivam­ente un dimezzamen­to del prezzo. Ma che riguarda nello specifico il legname in piedi. La cui vendita tra l’altro — avvertono anche dalla Camera di Commercio — è condiziona­ta da diversi fattori. Meno importante il calo di altri tipi di assortimen­to: se i tronchi da sega sono passati da 100-105 euro a 75, il legname allestito da 80 a 60-65 euro.

Martedì, nella commission­e, le proposte erano state molte. Dall’ipotesi di un acquisto unico del legname da parte della Provincia (lanciata dal presidente del Consiglio delle autonomie Paride Gianmoena) fino al suggerimen­to, arrivato da Paolo Sandri (presidente del settore imprese boschive del Trentino) e rivolto alla Provincia, di conservare il legname sul territorio «invece di lasciarlo portare via».

Le preoccupaz­ioni Asuc, categorie e Comuni hanno espresso timori per il futuro del settore

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Abbattuti Gli alberi schiantati nella zona di Bedolpian, sull’altopiano di Pinè, uno dei territori più colpiti dall’eccezional­e ondata di maltempo dello scorso ottobre

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