Diprè assolto Non diffamò Benedetta Parodi
TRENTO Non ci credeva fino in fondo neppure il difensore, forse, quando, di fronte a un’aula di sole donne, tra pm onorario, giudice e parte civile, ha invocato l’assoluzione del provocatorio e contestato presentatore di Tione, Andrea Diprè, famoso tanto per i suoi video pruriginosi quanto per le sue vicende giudiziarie. «È satira» ha detto. Non certo di spessore, anzi, «sicuramente spiacevole e di cattivo gusto — ha evidenziato— ma non c’era alcun intento denigratorio e diffamatorio». «E neppure la volontà di accostare Benedetta Parodi alla cocaina» ha spiegato. Inutile dire che le parole dell’avvocato Giovanni Rambaldi non sono state ben digerite dalla parte civile che ha chiesto la condanna del presentatore, rimarcando il contenuto spiacevole e lesivo del video sulla Parodi. La sentenza sembrava scontata, invece il giudice Maria Giovanna Salsi ha sorpreso tutti e ha assolto Diprè. Ancora non si conoscono le motivazioni, ma forse il magistrato ha condiviso la tesi difensiva.
Nel video incriminato, intitolato «Pollo alla cocaina», Diprè riprende alcuni stralci della trasmissione televisiva durante la quale la conduttrice cucina un pollo. Gli spezzoni vengono alternati a scene con protagoniste donne discinte, cocaina (in realtà farina, ma spacciata per tale), personaggi pubblici balzati agli onori della cronaca per aver assunto droga, e immagini hard. Un filmato sicuramente poco edificante, ma il caso, finito in Procura dopo la denuncia della conduttrice, ha rischiato di essere archiviato. La Procura aveva infatti chiesto l’archiviazione, ma il gip Marco La Ganga l’ha respinta e ha ordinato l’imputazione coatta. Per il giudice non ci sono dubbi sui profili diffamatori del video in quanto viene accostato in «modo inequivoco la persona della Parodi all’uso da parte della stessa della cocaina». Il giudice parla di «scene di dubbio gusto», inoltre la scena finale lascia pochi spazi interpretativi: viene mostrata la ripresa della ricetta iniziale del pollo con la Parodi che esclama di essere «carichissima». Venerdì si è aperto il processo e, a sorpresa, è arrivata l’assoluzione.