Corsi di genere Le scuole si organizzano
Poggio: «Dopo la sospensione nessun segnale da Piazza Dante»
Dopo la sospensione dei corsi di genere nelle scuole la Provincia non ha più affrontato la questione. La responsabile Poggio: «Le scuole si stanno attivando da sole con attività alternative».
TRENTO Corsi di genere, nessun passo in avanti da Piazza Dante e le scuole si organizzano da sole.
A più di un mese e mezzo dalla comunicazione della sospensione dei corsi di genere provinciali da parte della giunta provinciale, nulla si muove. «Siamo in un’impasse — denuncia Barbara Poggio, docente universitaria e responsabile scientifica del progetto — Ufficialmente i corsi sono ancora sospesi, ma con il passare del tempo il termine sospensione si traduce in cancellazione. In molti istituti i percorsi sarebbero già dovuti partire e le scuole non possono stare nell’incertezza a lungo». Da Piazza Dante tutto tace. «Abbiamo mandato una formale richiesta di incontro, ma non ci è arrivata nessuna risposta. L’incontro con le formatrici che l’assessore alle politiche sociali Stefania Segnana aveva annunciato non c’è stato, così come non c’è stata alcuna comunicazione. Tutto quello che sappiamo lo apprendiamo leggendo i giornali».
La parziale apertura del presidente della Provincia Maurizio Fugatti, che a inizio mese dalle pagine del Corriere del Trentino annunciava la possibilità di riattivare i corsi, sembra non aver avuto seguito. D’altronde, lo stesso Fugatti aveva sottolineato come la presa in carico della questione da parte dell’assessore all’istruzione Mirko Bisesti e di Segnana non fosse ai primi posti dell’agenda di giunta («non e una priorità e non avverrà in tempi brevi»).
Ancora da chiarire il motivo preciso per il quale il progetto è stato sospeso. «Non so se i materiali informativi che abbiamo consegnato più di un mese e mezzo fa sono stati letti e analizzati — commenta Poggio — ma abbiamo saputo che il progetto è stato criticato non per i contenuti, quanto per l’inadeguatezza delle persone che fanno formazione. Una motivazione che mi lascia molto sorpresa: sono persone che hanno titoli per farlo, hanno una lunga esperienza e in tanti anni di percorsi mai nessuno ha fatto segnalazioni sulla loro professionalità».
In attesa che venga fatta chiarezza e che avvenga l’incontro tanto annunciato, le scuole hanno messo in atto delle azioni di autogestione. «Sappiamo di istituti in cui le tematiche trattate dai nostri corsi, parità di genere e contrasto alla violenza sulle donne, vengono portati avanti in autonomia utilizzando degli altri linguaggi, come dei laboratori teatrali — racconta Poggio — Inoltre in molti istituti ci sono state raccolte di firme, e alcune scuole ci hanno chiesto di poter continuare una qualche forma di collaborazione. Siamo contenti di questo, e mettiamo volentieri a disposizione le nostre competenze. Bisognerà trovare le modalità per farlo, ma cercheremo di continuare in altre forme altri modi per confrontarsi sui temi». Per discutere di questo e di altri argomenti, appuntamento martedì alle 20 nell’aula magna del liceo Rosmini di Rovereto per l’incontro «Quale futuro per le pari opportunità?». La serata vedrà al tavolo, oltre a Barbara Poggio, anche Michela Marchi dell’istituto e Lorella Zanardo, autrice de «Il corpo delle donne».