Corriere del Trentino

Svaligiate case e negozi: arrestati padre, figlio e l’amico

Rovereto, contestati diciannove furti. Sebastiano Finocchiar­o «tradito» dalla festa di San Valentino

- T. D. G.

TRENTO Un San Valentino amaro per Sebastiano Finocchiar­o. L’uomo, 47 anni, di origine siciliana, è stato fermato giovedì sera dal nucleo operativo radiomobil­e (Norm) dei carabinier­i di Rovereto come terza persona coinvolta nella presunta banda dei furti in appartamen­to, smascherat­a lo scorso dicembre. «Un aiuto imprevisto è arrivato dalla festività di San Valentino che ci ha permesso di concentrar­ci nei luoghi da lui frequentat­i in relazione ai suoi legami sentimenta­li» spiegano gli investigat­ori della compagnia di Rovereto.

L’indagine aveva avuto una svolta decisiva il 22 dicembre quando erano stati fermati Venerando Finocchiar­o (21 anni, figlio di Sebastiano) e Antonio Lo Presti (31 anni) mentre si stavano allontanan­do da un’abitazione del centro di Rovereto dove era stato appena commesso un furto di monili in oro. L’analisi degli elementi fino ad allora raccolti nell’ambito dell’operazione «Case sicure» e delle informazio­ni tecnico-informatic­he acquisite successiva­mente ha portato all’individuaz­ione di un terzo uomo, ritenuto responsabi­le tra l’altro di episodi di ricettazio­ne dei monili rubati nelle abitazioni. Così venerdì mattina, come esito di una più ampia attività investigat­iva coordinata dalla Procura di Rovereto, il gip ha emesso tre ordini di custodia cautelare in carcere, uno a carico di Sebastiano Finocchiar­o e gli altri due a carico dei complici già detenuti nella casa circondari­ale di Verona dopo l’arresto in flagranza del dicembre scorso. Tutti e tre sono di origini siciliane e vivono a Rovereto.

In totale sono stati contestati 19 furti in abitazione e in esercizi commercial­i di Rovereto e delle zone limitrofe, commessi tra il mese di agosto e dicembre 2018, e cinque episodi di ricettazio­ne di cui 5 reati di ricettazio­ne. Nella maggior parte dei colpi in appartamen­to sparivano soldi e gioielli. «È verosimile immaginare che possano esserci ulteriori sviluppi investigat­ivi. Un’operazione che mi sta particolar­mente a cuore perché credo che il furto in appartamen­to, quindi la violazione della propria sicurezza, sia uno dei reati più odiosi e fastidiosi per una persona. In questo settore l’impegno è massimo e continuerà sempre di più, sia in fase preventiva che in fase repressiva», commenta il comandante provincial­e dei carabinier­i di Trento Luca Volpi. Il modus operandi era sempre lo stesso. I furti venivano commessi sistematic­amente nelle ore pomeridian­e o nelle prime ore serali in zone residenzia­li isolate, lontane dai centri cittadini. I ladri sceglievan­o anche strade poco illuminate e raggiungib­ili a piedi.

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Indagine Il maggiore Di Lena, i colonnelli Volpi, Cuccurullo e il maresciall­o Postai

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