Federcoop, si allarga la frattura sociale
Franch scrive alle coop, rivendicando la vicepresidenza. «Molte sfide: ecco il mio piano» Ma intanto Consolida si accorda con i sindacati. Ianeselli (Cgil): «Chi è l’interlocutore?»
TRENTO A poche ore dal cda di Federcoop che dovrebbe cercare una soluzione all’impasse sulle coop sociali, la vicepresidente Mariangela Franch scrive alle stesse coop spiegando la sua «vision» e dimostrando di non prendere in considerazione la possibilità di dimettersi. In questo contesto va inserito il rinnovo del contratto integrativo provinciale per gli oltre 7.000 dipendenti delle coop: un protocollo l’altro ieri è stato firmato da sindacati e Consolida, consorzio che rappresenta la maggioranza del settore in termini di fatturato, che non si sente rappresentato da Franch. Allora i sindacati si chiedono: chi è l’interlocutore?
Il cda federale è in programma per mercoledì pomeriggio. Al momento non si intravvedono strategie per sciogliere la tensione, tanto che qualcuno ipotizza che possa essere rinviato. Il pressing sulla presidente Marina Mattarei è legato al difficile rapporto con il credito, come pure alla resistenza verso ragionamenti come il cambio di sede (vendita a Ccb dell’attuale e possibile trasloco alle Albere). Ma il primo nodo è la vicepresidente Franch, messa a capo delle coop sociali con vivo disappunto dei tre consiglieri di settore, che ne hanno chiesto le dimissioni.
Franch però tira dritto: «Vi scrivo perché sento il dovere di sottoporre alla vostra valutazione alcune mie linee di pensiero riguardanti il settore sociale e abitativo di Federcoop, che mi onoro di rappresentare come vicepresidente, con l’orgoglio del legame con i suoi valori». Franch è stata eletta in assemblea come consigliere trasversale. Di professione è docente di management e marketing all’Università di Trento, non ha incarichi in cooperative (a parte il cda federale), ma in passato è stata presidente per 13 anni della coop sociale Stella Montis di Fondo.
«Le coop sociali — scrive — sono un insieme eterogeneo, fatto di soggetti di dimensioni e stili gestionali diversi». Fra le sfide da affrontare c’è «l’incremento dei costi a seguito del rinnovo del contratto di lavoro nazionale». Occorre attendere l’esito del rinnovo e poi discutere, dopodiché si aprirà a livello trentino il negoziato sull’integrativo provinciale. A fine 2017 le coop sociali davano lavoro a 7.103 persone (+8%), con retribuzioni tendenzialmente basse; il 62% di loro è a tempo indeterminato. Per i sindacati Federcoop è controparte datoriale, ma ha molto peso anche la committenza pubblica.
Se a Consolida aderiscono circa 50 coop sociali, per un fatturato che supera il 70% del totale (in tutto le coop sociali sono 96, 27 quelle di abitazione, per un fatturato di circa 215 milioni) i suoi vertici, in primis la presidente Serenella Cipriani, potrebbero non vedere di buon occhio una trattativa condotta da Franch. Ma così sarà, a meno di cambiamenti. Oltra al contratto la vicepresidente nella lettera cita «il modello di affidamento, la difficile conciliazione tra la richiesta di inserire in coop figure professionali previste dal catalogo e gestire il conseguente aumento dei costi, a ricavi costanti; l’incertezza sulle risorse umane ed economiche richieste dal regolamento per l’accreditamento». Insomma, «va da sé che ci saranno coop in grado di reggere tali difficoltà e altre che rischiano la sostenibilità economica e sociale». Come vuole agire Franch? «Perseguire l’unità del settore; assicurare azioni di supporto alle coop che temporaneamente potrebbero non riuscire a reggere gli effetti del nuovo scenario; ridefinire un patto di sussidiarietà tra coop con dimensioni diverse per far fronte comune ai problemi e condividere strumenti economici, competenze e servizi; supportare esperienze come i Sieg; proporre al governo provinciale modifiche normative ad hoc». «Mi auguro che questa lettera dimostri il mio impegno» conclude Franch.
Ma se Cgil, Cisl e Uil hanno firmato l’altro ieri un protocollo con Consolida, nelle trattative vere con chi si dovranno confrontare? «Per noi è importante capire chi sono gli interlocutori — dice Franco Ianeselli, segretario Cgil —. Accanto alle cariche formali, c’è un’incertezza evidente sulla rappresentatività sostanziale. Speriamo che si faccia chiarezza in tempi rapidi, anche perché abbiamo davanti un confronto per niente facile e l’incertezza non aiuta».