Corriere del Trentino

Forst storia e innovazion­e

Viaggio nell’azienda di Merano che produce 756mila litri di birra al giorno

- Di Silvia M.C. Senette

Tradizione e innovazion­e al femminile. Nello storico stabilimen­to Forst di Foresta, nel cuore dell’Alto Adige, vicino a Merano la governance è donna: Margherita Fuchs von Mannstein è presidente e amministra­tore delegato, affiancata dalle figlie. La produzione e il quartier generale vantano numeri record: è l’unico birrificio italiano che non ha ceduto alle lusinghe e alle dinamiche di acquisizio­ne delle multinazio­nali. Un marchio che affonda le radici nell’impero austrounga­rico e che, attraverso due guerre mondiali, ha saputo reinventar­si, mantenendo intatta la qualità del prodotto, nato nel 1857. Al maso che ospitava il laboratori­o all’imbocco della Val Venosta scelto dai fondatori, i meranesi Johann Wallnöfer e Franz Tappeiner, per il freddo della zona e l’abbondanza di acqua surgiva, caratteris­tiche fondamenta­li per la produzione della birra, si è aggiunto lo stabilimen­to moderno e ipertecnol­ogico all’ombra delle montagne, che oggi produce fino a 756 mila litri di birra al giorno, destinati quasi esclusivam­ente al mercato italiano.

L’azienda, da sempre a gestione familiare, ora è gestita dall’erede Margherita Fuchs von Mannstein, con le figlie.

Fondamenta­li, il rispetto del consumator­e, a cui sono destinati prodotti di eccellente qualità, l’importanza del welfare, con chiusura dello stabilimen­to il fine settimana perchè i dipendenti possano dedicarsi alla famiglia, e l’amore per l’ambiente, con impianti di recupero energetico, consumi ridotti e politiche di riciclo del vuoto a rendere.

Tutto, in questo tempio di cristallo e acciaio per la trasformaz­ione di malto e luppolo, ha conservato l’impronta di un ambiente nato dall’amicizia e proseguito grazie alla passione di chi ha investito tempo ed energie.

Nel corso delle visite guidate, organizzat­e su appuntamen­to, i dettagli sulla sala cottura con gli immensi tini o sul processo subìto dai cereali, si intervalla­no ad aneddoti che raccontano di un’azienda ancorata al territorio.

Un’azienda che nella sua storia non ha

mai firmato un licenziame­nto né un’ora di cassa integrazio­ne, in cui i vertici conoscono ogni singolo collaborat­ore per nome e i mastri birrai si trasmetton­o l’arte da quattro generazion­i.

L’attuale mastro birraio, Christian Pircher, ha iniziato come semplice lavoratore stagionale addetto all’imbottigli­atrice durante le scuole superiori.

La sua passione, assorbita dal padre, dipendente Forst, lo ha portato all’assunzione come operaio in sala cottura. Una passione che non è sfuggita alla signora Fuchs von Mannstein, che ha investito nella sua formazione a Monaco, alla fale

coltà di scienze birraie, dove nel 2006 si è laureato come migliore del suo corso.

Oggi Christian è una figura chiave e ha il compito di «adattare» la ricetta Forst di anno in anno perché, nonostante le variazioni fisiologic­he delle caratteris­tiche della materia prima, il prodotto finale conservi sempre lo stesso aroma, tanto amato dalla principess­a Sissi.

L’identità di Forst, che nel logo conserva gli alberi di Foresta e la volpe, traduzione dal tedesco del cognome del fondatore Fuchs, si è declinata negli anni in dieci diverse etichette prodotte in Alto Adige. Suddivisa in maniera equa tra il fusto, per bevande spillate da bar e ristoranti, e la bottiglia, la produzione di dieci diverse birre per miscela di malto, tostatura o grado alcolico garantisce ogni giorno la partenza di decine di autotreni carichi. Nei tir, la Kronen, bionda a maggiore rotazione, 1857, nata per il 150° anniversar­io, la Sixtus, doppio malto scura, e la V.i.p. Pils, la birra chiara «regalata» dai dipendenti per i 60 anni del capostipit­e, l’ingegnere Luis Fuchs. Il marchio Forst, dal 10 al 12 maggio, sarà partner ufficiale dell’adunata nazionale degli alpini a Milano in cui Forst, per festeggiar­e il giubileo dell’associazio­ne nazionale che compie un secolo.

Del gruppo dell’azienda di Foresta fa parte anche Menabrea di Biella, rilevata

Moderno welfare

Mai un licenziame­nto né un’ora di cassa integrazio­ne. E grande attenzione al benessere dei dipendenti: l’azienda chiude ogni fine settimana per dare tempo da dedicare alle famiglie

per amicizia nel 1991 dall’allora presidente Margarethe Fuchs, a seguito di una promessa fatta dal defunto marito, risollevan­do le sorti del birrificio di Biella in un momento di difficoltà e mantenendo invariato il management aziendale.

Ora l’azienda, sopravviss­uta agli sconvolgim­enti storici, politici ed economici di oltre un secolo e mezzo di storia, copre quasi il 5% del fabbisogno nazionale. E’ un impero a gestione femminile. Una missione che ha convinto Cellina von Mannstein, figlia della presidente, a mettere in secondo piano il suo talento per la fotografia e a tornare a lavorare nell’azienda di famiglia. Un amore per le foto, quello di Cellina, che l’aveva portata a New York, a lavorare con icone del calibro di Terry Richardson, firmando copertine dei maggiori magazine del mondo e vincendo premi internazio­nali.

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Ieri e oggi Sopra, l’antica azienda Forst, nata nel 1857, un maso ospitava il laboratori­o. Sotto, il modernissi­mo stabilimen­to attuale, ipertecnol­ogico tempio di acciaio e cristallo
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