SAN VALENTINO TRA FESTA, LEGGENDE E IL SANTUARIO DI VEZZANO
Su Valentino, il santo, si hanno scarse notizie certe e molte leggende: una passio anteriore al secolo VIII narra che Valentino viveva a Terni. Inviato a Roma per guarire da un’artrosi deformante il figlio di un certo Cratone (dunque Valentino era un taumaturgo), fu arrestato per ordine del prefetto Placido perché si rifiutava di sacrificare agli dei e venne decapitato. Il suo corpo fu trasferito a Terni e sepolto «in suburbano...non longe ab eadem civitate», dove sorge una basilica, trasformata radicalmente nel 1618.
Alla stessa data è ricordato un altro San Valentino, decapitato, secondo la leggendaria Passio Mariis et Marthae, nel secolo III per ordine dell’imperatore Claudio il Gotico sulla via Flaminia dove il papa Giulio I fece costruire una basilica.
Successivamente le due leggende si mescolarono fino a dar origine ad un solo San Valentino, alla cui popolarità contribuì Jacopo da Voragine nella Leggenda Aurea.
Il «martire» divenne popolare in tutta Europa grazie ai benedettini, che, custodi della basilica di Terni nel primo medioevo, ne diffusero il culto fino in Inghilterra.
La sua collocazione calendariale ispirò il patronato sugli innamorati. La festa cade infatti in quel periodo dell’anno quando la natura comincia a dare i primi segni di risveglio dal sonno invernale. Sbocciano i primi fiori, sbocciano i primi amori.
Durante il medioevo in Inghilterra e in Francia si diceva che il 14 febbraio gli uccelli cominciavano ad accoppiarsi: nacque il detto «A San Valentino ogni valentino sceglie la sua valentina». Da allora il martire divenne patrono degli innamorati ispirando anche l’usanza di teneri spiritosi bigliettini, i valentini, la cui usanza è documentata in Inghilterra fino dal XV secolo. Teneri, dolci e spiritosi come i messaggi degli innamoratini di Peynet.
Che la faccenda della decapitazione abbia a che fare col «perdere la testa» tipico atteggiamento degli innamorati?
Questo in generale, ma se ci vogliamo riferire alla nostra regione, troviamo in Alto Adige molte chiese e molti toponimi riferiti al santo, ma è in Trentino che è locato un santuario, quello di Vezzano- dove un San Valentino è celebrato con un antico rito. Si tratta di San Valentino abate e vescovo delle due Rezie, evangelizzatore delle nostre terre e patrono della Diocesi di Passavia (Passau). Una leggenda narra che presso questo santuario, oggi deturpato da molti tralicci elettrici della vicina centrale idroelettrica di Santa Massenza, il 14 febbraio di un anno imprecisato di molti secoli fa, un gruppo di ragazzini vide nei campi un rosaio fiorito. Era strana, si dissero, una fioritura invernale. Scavarono lì sotto e trovarono una tegola votiva in terracotta con la scritta «Il giorno 4 aprile 860 furono sepolte qui le vere ossa del Beato Valentino». Sotto c’erano due pezzi di cranio, un femore, ed altre «reliquie». Sorse così il santuario e la devozione. A San Valentino, a Vezzano, si offre una rosa e un sacchetto di terra benedetta, da usare contro le malattie.