Corriere del Trentino

Auto in quota, Messner duro «Il turista cerca silenzio tornare indietro è sbagliato»

Il re degli Ottomila: puntiamo su bus navetta e funivie

- di Annalia Dongilli

TRENTO «Le Dolomiti sono il nostro capitale e dobbiamo tutelarle, anche in vista del futuro: tornare indietro e riaprire i passi non è una scelta intelligen­te». Reinhold Messner, il re degli Ottomila, era stato fra i primi sostenitor­i della necessità di chiudere o meglio limitare il traffico sui passi dolomitici. Ora però il Trentino pare voler tornare indietro trovando sponda nell’esecutivo regionale veneto, che non ha mai sposato la linea delle chiusure. «Un errore» li bacchetta Messner, che pure ammette tutti i limiti del provvedime­nto che ha riguardato il passo Sella e rilancia: «La misura va estesa a tutti i passi dolomitici principali».

Reinhold Messner, la giunta eletta a ottobre sta pensando di fare marcia indietro sulla circolazio­ne in quota dei veicoli, andando a riaprire i passi dolomitici. Che ne pensa?

«Quello che è stato fatto nei mesi scorsi è stato un test, non caratteriz­zato da successo. È stato un esperiment­o, un tentativo realizzato forse nel modo non giusto, ma tornare indietro, riaprire i passi e ripristina­re la situazione precedente non è intelligen­te. Sulle Dolomiti serve meno aggressivi­tà».

Lei dice che non ha funzionato. Cosa non andava?

«Il problema è di logistica ed è un problema generale: è stato chiuso un solo passo, mentre questa misura andrebbe estesa a tutti i principali passi dolomitici».

A quali passi si riferisce?

«I passi minori possono anche rimanere aperti, ma i passi principali come, oltre il Sella, il Gardena, il passo Falzarego e il Pordoi hanno bisogno di limitazion­i. Ci sono alcune giornate in estate che, arrivando a questi passi, si è circondati da una quantità tale di automobili e motociclet­te che non si vedono più nemmeno le montagne»

Al di là dell’estensione della misura a altri passi cosa è andato storto nell’accesso limitato sperimenta­to in luglio e agosto sul Sella?

«Il problema è completame­nte di natura logistica: se vogliamo portare avanti il progetto delle Dolomiti come patrimonio dell’Unesco è necessario limitare il traffico in quota. Per fare questo serve però un progetto, che convinca il turista a lasciare auto e moto da qualche parte per muoversi con altri mezzi. Serve dunque puntare sulla mobilità alternativ­a: penso all’organizzaz­ione efficente di bus navetta ma anche all’utilizzo delle funivie».

In che senso?

«Bisogna parlare con coloro che gestiscono gli impianti di risalita, abbiamo un sistema eccezional­e di funivie: è opportuno che queste funivie vengano aperte anche d’estate per consentire ai turisti di muoversi senza usare auto e moto. La chiusura, o meglio la regolament­azione degli accessi ai passi, è una soluzione per dare tranquilli­tà, silenzio e lentezza alle Dolomiti: tutti aspetti che contribuis­cono alla bellezza delle montagne stesse. È il nostro capitale e lo dobbiamo preservare».

Gli albergator­i sostengono che queste chiusure si traducono in una perdita di turisti e di guadagni e hanno fatto ricorso al Tar.

«Gli albergator­i sono necessari, fanno il loro lavoro e va bene. Ma su questo non hanno capito niente e non hanno la vista lunga, pensano solo al momento contingent­e. Non si rendono conto che la gente scappa dalle città proprio per evitare il traffico. Devono capire che serve un compromess­o per dare alle Dolomiti quella tranquilli­tà e quella lentezza che le persone cercano in loro. Io credo che anche i politici, dal Trento a Bolzano al Veneto, debbano sedersi intorno a un tavolo e trovare una soluzione che consideri questi aspetti. Che poi, pensiamoci un attimo, il turista non rende quando va in auto, produce solo inquinamen­to. È quando cammina, quando si ferma nei rifugi per mangiare e ristorarsi, quando si sposta con le funivie che rende».

 Chi ha un hotel pensa solo all’interesse del momento Ma il cliente scappa dalle città perché lì c’è smog e traffico. In vetta vuole tranquilli­tà

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 ??  ?? Critico Reinhold Messner si è speso perché venisse contingent­ato il traffico sui passi. Qui a sinistra il re degli Ottomila al Sella durante una giornata organizzat­a a sostegno della chiusura del passo. Messner ammette i limiti di quel provvedime­nto : «Servono bus navetta e funivie per permettere ai turisti di spostarsi. Chiudere un solo passo non ha senso»
Critico Reinhold Messner si è speso perché venisse contingent­ato il traffico sui passi. Qui a sinistra il re degli Ottomila al Sella durante una giornata organizzat­a a sostegno della chiusura del passo. Messner ammette i limiti di quel provvedime­nto : «Servono bus navetta e funivie per permettere ai turisti di spostarsi. Chiudere un solo passo non ha senso»

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