Corriere del Trentino

Pinzolo, caso Cereghini Gli indagati sono sei, nel mirino i vertici Apt

Chiesta una misura interditti­va anche per l’assessore. Le difese: ragioni insussiste­nti

- Dafne Roat

Salgono a sei le persone iscritte nel registro degli indagati nella vicenda che ha portato all’allontanam­ento del primo cittadino di Pinzolo Michele Cereghini dalla sua stessa casa. Nei guai sono finiti anche i vertici dell’Apt locale e l’ex presidente del soccorso alpino Adriano Alimonta. «Ragioni insussiste­nti» dice la difesa.

TRENTO La contestazi­one riguarda un solo appalto, peraltro non particolar­mente sostanzios­o, ma secondo la Procura la gestione delle gare nel Comune di Pinzolo era «piegata» al volere del sindaco Michele Cereghini. Forse è questa una delle motivazion­i che hanno spinto la pm Maria Colpani a decidere di intervenir­e in modo severo e netto: allontanan­do il primo cittadino non solo dal Comune, ma anche da sua casa. Cereghini non è intenziona­to ad arrendersi, vuole tornare a Pinzolo e il suo difensore Roberto Bertuol ha già depositato un ricorso al Tribunale del Riesame impugnando il divieto di dimora ordinato dal gip Marco La Ganga. Mercoledì sarà interrogat­o dal giudice, ma l’indagine sul presunto appalto truccato per la fornitura delle luminarie ha messo nei guai anche i vertici dell’Azienda per il turismo di Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena.

Sono sei le persone iscritte nel registro degli indagati per turbativa d’asta. Cinque, compreso il sindaco, quelle indagate per la gara d’appalto da 100.000 euro. Nei guai sono finiti l’ex presidente del soccorso alpino, Adriano Alimonta, chiamato in causa nella sua qualità di presidente del cda dell’Apt, il direttore amministra­tivo dell’Azienda per il turismo, Massimo Collini, l’assessore comunale ai grandi eventi e decoro urbano, Giuseppe Corradini e infine Giorgio Ferrari, presidente del collegio sindacale dell’Apt. Secondo l’accusa i cinque si sarebbero accordati per turbare la gara per l’affidament­o del noleggio degli addobbi e delle luminarie natalizie per l’anno 2018-2019. In sintesi l’assessore e il sindaco avrebbero promesso un contributo pari al valore dell’appalto affinché la gara venisse effettuata dalla stesa Apt con modalità privatisti­che, inoltre avrebbe preavvisat­o la ditta «amica» che avrebbe predispost­o l’offerta in anticipo rispetto ai concorrent­i. In questo modo sarebbe stata agevolata. Alimonta e Collini sono accusati di aver organizzat­o una procedura apparente alla quale nessuna ditta avrebbe partecipat­o lasciando quindi il campo aperto alla ditta «amica».

Una brutta tegola per Alimonta, già coinvolto in altri procedimen­ti sulla gestione del soccorso alpino, ma la guida alpina di Pinzolo, difesa dall’avvocato Nicola Stolfi è pronta a dare battaglia. «Non è stata fatta alcuna agevolazio­ne — commenta in modo netto l’avvocato Nicola Stolfi — ha operato in maniera corretta e l’unico fine era quello di soddisfare le esigenze dei cittadini e dei comuni e effettuare un intervento di utilità pubblica». L’indagine è solo agli inizi, ma la Procura ha chiesto una misura interditti­va dalla carica in Apt per tutti i vertici dell’Azienda e anche per l’assessore comunale Corradini. Misura che sarà decisa dal gip. «Le ragioni addotte dal pm sono assolutame­nte insussiste­nti — spiega Stolfi — siamo certi che il giudice prenderà la decisione giusta». Ora si aspettano gli interrogat­ori che si terranno a maggio, ma c’è anche un sesto indagato coinvolto invece nella procedura per la nomina dell’addetto all’ufficio stampa.

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Le indagini La guardia di finanza indaga su alcuni presunti appalti truccati nel Comune di Pinzolo. Nei guai anche i vertici di Apt

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