Corriere del Trentino

Carcere, linee guida contro i suicidi

Via libera della giunta. Stati generali della montagna, confronto al Forte

- Ma. Gio.

TRENTO Promuovere azioni per facilitare il mantenimen­to delle relazioni familiari e amicali dei detenuti e per aumentare i contatti con il mondo esterno. Ma anche organizzar­e azioni di promozione della salute e del benessere psicosocia­le. Sono queste alcune delle indicazion­i contenute nel piano provincial­e di prevenzion­e dei suicidi in carcere elaborato dal dipartimen­to salute e politiche sociali, dall’Azienda sanitaria e dal provvedito­rato penitenzia­rio del Triveneto e approvato ieri dalla giunta provincial­e. Un piano che ora sarà declinato a livello locale per la casa circongli dariale di Trento. E non è un caso: nella struttura del capoluogo, dal 2011 al 2019, si sono verificati sette casi di suicidio, due dei quali nel corso del 2018. A livello nazionale, nel 2017 i casi di suicidio registrato in prigione sono stati 48, in aumento rispetto all’anno precedente.

Intanto, la giunta provincial­e continua il suo percorso legato agli Stati generali della montagna. Giovedì sera al Forte delle Benne di Levico Terme, si è svolto il secondo incontro del ciclo di appuntamen­ti programmat­o dall’esecutivo. A confrontar­si con il presidente Maurizio Fugatti e assessori Mauro Tonina e Roberto Failoni sono stati amministra­tori ed esponenti del comparto economico e della società civile. Molti i temi al centro del dibattito: dalla viabilità ai trasporti, dal commercio al turismo. «I Comuni devono tornare a essere il presidio attivo dei territori. Oggi le amministra­zioni hanno problemi di risorse e personale» ha notato Pierino Caresia, presidente della Comunità Alto Valsugana. «Qui — ha detto Marino Simoni, commissari­o di Levico — va rafforzato il turismo termale».

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Confronto La serata a Levico

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