Trento retrocesso: silenzi e incertezze
La dirigenza è muta. Alcuni sponsor potrebbero lasciare, la rosa giocatori è da rifondare
TRENTO Il giorno dopo è, se possibile ancora più silenzioso. In casa Trento nessuno che occupa la stanza dei bottoni ha preso posizione all’indomani di una retrocessione in nel campionato di Eccellenza tanto amara quanto inaspettata all’inizio della stagione.
La sconfitta per uno a zero maturata allo stadio Briamasco contro il Tamai ha decretato l’addio matematico degli aquilotti alla serie D con due giornate di anticipo questo nonostante i grossi sforzi economici della società.
Non è un mistero infatti che lo scorso settembre i vertici della realtà di via Sanseverino fossero convinto di poter essere protagonisti di un campionato di alto profilo. Gli stessi vertici, il presidente Mauro Giacca e il suo vice Daniele Sontacchi, che giovedì pomeriggio non si sono visti in occasione del match contro i friulani.
Ora i grossi punti interrogativi riguardano il futuro di un club che, stando alle dichiarazioni passate della proprietà, era convinto di poter risalire rapidamente le gerarchie del calcio nazionale tanto da poter essere in serie B nel 2021, anno in cui il Trento compierà cent’anni.
La realtà è purtroppo molto diversa e di questo oramai si sono resi conto anche numerosi sponsor che hanno affiancato Giacca & company consentendo al sodalizio del capoluogo di poter disporre di un budget superiore al milione di euro. Quante aziende rimarranno ancora a fianco di una realtà che dovrò ripartire dall’Eccellenza?
Dal punto di vista tecnico la situazione è, se possibile, ancora più complicata. Nessuno tra i 15 - 16 giocatori della prima squadra proviene dal settore giovanile, nessuno verrà confermato e quindi si tratterà di ripartire completamente da zero.
Con una sostanziale differenza: vincere il campionato venendo dalla Promozione carichi di entusiasmo è una cosa, ripetersi dopo un fragoroso crack è un’altra.