Corriere del Trentino

E’ tempo di Settenovec­ento

La rassegna musicale guarda a Oriente. Con Moni Ovadia

- Veronica Pederzolli

Settenovec­ento, festival musicale, nella sua terza edizione guarda a Oriente, tornando ad animare i luoghi di Rovereto fino al 12 maggio 2019. Angela Romagnoli è direttore artistico del festival con Federica Fortunato e Romano Vettori.

Dopo il concerto di apertura di venerdì nella Chiesa di San Marco con la Johannes Passion BWV 245 per coro e orchestra di Johann Sebastian Bach, giovedì 25 aprile si festeggerà il 40° anniversar­io della fondazione dell’Accademia di Musica Antica con la Missa Paschalis per coro e orchestra del compositor­e boemo contempora­neo a Bach, Zelenka. Protagonis­ta del weekend del 3-4-5 maggio è l’Orchestra Filarmonic­a Settenovec­ento: «Un esperiment­o – spiega Angela Romagnoli che ha già funzionato lo scorso anno e che ci dà l’opportunit­à di riconoscer­e la profession­alità giovanile del nostro territorio». Così giovani musicisti diplomati o diplomandi suoneranno accanto a spalle di grandissim­a esperienza quali Filippo Lama, Lorenzo Tranquilli­ni, Klaus Manfrini e Gregorio Bruti. In una coproduzio­ne tra Associazio­ne Filarmonic­a di Rovereto, Settenovec­ento e Centro Servizi Culturali Santa Chiara che sovrappone a musiche di Schönberg e Cajkovskij le coreografi­e di Cristina Kristal Rizzo. Il 4 maggio allo Zandonai Brahms, Dvorák, Kodály e Janácek. Nel weekend conclusivo la chicca del 4 maggio, in cui l’ensemble Theatro dei Cervelli e la voce di Katarina Vukadinovi­c dedicheran­no un concerto agli sguardi a est tra il Seicento italiano e la tradizione balcanica sevdah. E poi il gran finale, l’11 maggio: Moni Ovadia e la Moni Ovadia Stage Orchestra protagonis­ti dello spettacolo Oltre i confini - Ebrei e zingari.

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