Corriere del Trentino

Legionella, operativo un team di esperti: tre reparti nel mirino

- Di Dafne Roat

TRENTO Pietro Ianeselli era entrato in ospedale l’8 maggio per un intervento, ma il 18 in ospedale si sono accorti che aveva contratto la legionella. Un infezione che purtroppo non ha lasciato via di scampo al settantott­enne di Bosentino morto mercoledì all’ospedale Santa Chiara di Trento e ora la Procura, che ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, è determinat­a a capire che cosa è accaduto. Ma vuole anche capire se altri pazienti siano stati contagiati dal batterio. «Verificher­emo se ci sono stati altri contagi», spiega il procurator­e Sandro Raimondi.

I casi di legionello­si purtroppo non sono rari negli ospedali, ma l’Azienda sanitaria nel tempo aveva fatto interventi importanti per arginare il problema. I tecnici dell’istituto di igiene e sanità hanno effettuato una serie di controlli dell’impianto centrale, mentre i carabinier­i del Nas di Trento, che stanno conducendo le indagini, insieme agli esperti dell’Azienda sanitaria hanno effettuato campioname­nti delle acque e dei sistemi di areazione dei reparti dove era stato ricoverato Pietro Ianeselli. In particolar­e la stanza del reparto di neurochiru­rgia doveva aveva trascorso gli ultimi giorni, dove è Indagini I carabinier­i del Nas di Trento all’uscita dell’ospedale Santa Chiara di Trento presente un lavandino e una ventola (entrambi sono stati controllat­i), ma sono state effettuate analisi delle condutture, dell’acqua e dei sistemi di ventilazio­ne anche nei reparti di urologia e neurologia, dove l’anziano era stato ricoverato per un breve periodo.

La stanza che lo aveva ospitato negli ultimi giorni era stata sequestrat­a e ieri è stata dissequest­rata dopo i prelievi. La camera è stata infatti bonificata precauzion­almente. Si cerca di capire se il contagio sia avvenuto in ospedale e se il batterio sia responsabi­le della morte dell’anziano. È quanto vorrebbero capire i tre figli dell’uomo; sono stati loro, infatti, a segnalare il caso alla magistratu­ra. «Il fascicolo d’indagine al momento è a carico di ignoti — precisa il procurator­e — attendiamo l’esito delle analisi effettuate per avere un quadro più chiaro».

La legionella ha un periodo di incubazion­e che va dai 2 agli 8 giorni, quindi è plausibile pensare che l’anziano abbia contratto l’infezione nel periodo in cui era ricoverato nel reparto di neurochiru­rgia dove avrebbe trascorso circa otto giorni.

Una prima risposta alle molte domande che in queste ore difficili tormentano i familiari di Pietro Ianeselli, un nome e un volto noto a Bosentino, titolare dell’omonimo negozio di arredament­o, potrebbe arrivare dall’autopsia che sarà eseguita questa mattina dagli esperti dell’Istituto di medicina legale di Verona all’ospedale di Rovereto. Nel frattempo si muovono anche gli esperti dell’Istituto superiore di sanità che parteciper­anno alle indagini. Ci sarà un team di esperti dell’Iss che lavorerann­o insieme ai carabinier­i del Nas, la Procura e all’Azienda sanitaria per far luce sul nuovo caso di legionella che si è verificato in ospedale.

La legionello­si è una malattia infettiva causata da un batterio che colpisce l’apparato respirator­io e si annida nell’acqua. Si trasmette attraverso l’acqua nebulizzat­a, in media si registrano 2-7 casi all’anno. Nel 2016 sono stati sei all’ospedale Santa Chiara di Trento. La scorsa estate in Paganella sono morti tre anziani che sarebbero rimasti contagiati durante la vacanza in alcune strutture ricettive.

Il procurator­e Il fascicolo è a carico di ignoti, attendiamo l’esito degli esami sui prelievi

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