La marcia dei mille contro la Valdastico
Ambiente, riparte la protesta studentesca. Governatore contestato: «Un burocrate»
Una nuova onda verde nel capoluogo. In occasione del secondo sciopero globale per il clima, ieri un migliaio di studenti trentini sono scesi in strada per la difesa dell’ambiente e questa volta, più esplicitamente, contro «le devastazioni delle grandi opere inutili appoggiate dal governo locale». A partire dalla Valdastico. Il movimento trentino «Fridays for future» (Fff) fa un passo in avanti nella costruzione della propria identità.
TRENTO L’onda verde è tornata anche a Trento. In occasione del secondo sciopero globale per il clima, ieri un migliaio di studenti trentini sono scesi in strada per la difesa dell’ambiente e questa volta, più esplicitamente, contro «le devastazioni delle grandi opere inutili appoggiate dal governo locale». Il movimento trentino «Fridays for future» (Fff) perde così qualcosa in consistenza numerica — nella prima manifestazione di metà marzo erano stati circa 5.000 i partecipanti —, ma fa un passo in avanti nella costruzione della propria identità. Emblematica da questo punto di vista la variazione (non autorizzata) del percorso della marcia in direzione del palazzo della Provincia per contestare l’altra onda verde, quella leghista alla guida dell’esecutivo.
«Nella prima assemblea costituente a Milano ci siamo detti che dobbiamo essere un movimento politico, ma rimaniamo comunque apartitici — chiarisce Alberto Dal Lago, uno dei portavoce del movimento trentino —. Siamo andati sotto il palazzo della Provincia perché gli studenti non vogliono una grande opera come la Valdastico». Partito dal Palazzo di Sociologia alle 9.30, il corteo ha attraverso così via Verdi e all’altezza di Piazza Dante ha deviato il proprio percorso cogliendo di sorpresa le forze dell’ordine, ma senza creare disordini. Una volta giunti a fianco del monumento di Dante sono volate parole pesanti nei confronti del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti. «Seppure ci abbia detto che appoggia il nostro movimento — si è urlato con il megafono —, Fugatti può tenersi per sé tutto il suo sostegno. Non abbiamo bisogno del sostegno finto di uno stupido burocrate. Non ci fermate con i vostri canoni istituzionali. Il mondo è nostro, di chi lo vuole cambiare e di chi lo ama». Oltre alla richiesta di abbandonare il progetto di completamento della Valdastico per l’impatto ambientale dell’opera, al governo locale si chiede inoltre una maggiore implementazione dei trasporti pubblici. Anche se «non abbiamo così tanta fiducia nelle istituzioni, in questo momento crediamo che lo stato di cose si cambia con l’istruzione e con la politica dal basso», spiega Alberto Dal Lago.
Ma al di là delle battaglie locali, la principale rivendicazione della marcia per il clima di ieri è stata un’altra. Così come hanno fatto tutti gli altri movimenti che hanno manifestato in 130 città italiane, gli studenti del movimento trentino «Fridays for future» hanno sollecitato il Comune e la Provincia a dichiarare lo stato di emergenza climatica ed ecologica. Sulla scia delle misure adottate dal Parlamento britannico e dal Consiglio comunale di Milano che ha approvato, dopo la manifestazione di metà marzo, una mozione con la quale si impegna il sindaco del capoluogo lombardo a predisporre entro 6 mesi iniziative per la riduzione delle emissioni e per l’introduzione di energie rinnovabili, per incentivare il risparmio energetico nei settori della pianificazione urbana, nella mobilità, negli edifici, nel riscaldamento e raffreddamento, sviluppando ulteriormente il progetto di riforestazione urbana già in atto. Un piano che gli studenti trentini vorrebbero anche per il loro territorio.
Nei giorni scorsi l’invito a dichiarare l’emergenza climatica ed ecologica era stato rivolto anche ai dirigenti degli istituti scolastici trentini. Ai docenti, in primis, e a tutti i lavoratori si era chiesto invece di partecipare direttamente e in maniera più consistente alla marcia di ieri. E a tal proposito era stata mandata una lettera a tutti i sindacati con la quale si chiedeva di indire uno sciopero per consentire la partecipazione. «Ci hanno risposto che ci avrebbero dato pieno sostegno, ma che non avrebbero potuto proclamare lo sciopero — fa sapere Michele Balbinot, un altro portavoce del movimento trentino Fff —. Siamo comunque molto soddisfatti della partecipazione. Ci aspettavamo un grande flop e invece c’è stata di nuovo una risposta positiva da parte dei giovani». Meno invece da parte degli adulti che in questa seconda manifestazione sono stati molto meno. Avranno l’occasione di rifarsi alla prossima marcia prevista a giugno.