Corriere del Trentino

Bisesti vuole il voto «Salvini coerente, ma tempi sbagliati»

Il segretario: meglio il voto del maxi-rimpasto

- Barana

«A Matteo Salvini va dato atto di essere stato coerente». Il segretario della Lega trentina Mirko Bisesti difende il leader del Carroccio. Anche se sulla crisi di governo ammette: «Tempi sbagliati? Forse sì». Niente rimpasto, mette in chiaro Bisesti: «Mi auguro ci sia un cambio di passo. L’unica via per me rimane il voto. Il premier Conte dovrebbe rassegnare le dimissioni».

TRENTO Un dubbio. Una piccola sbavatura, forse. Anche in Lega, partito da molti definito «leninista» nell’organizzaz­ione poiché «il capo ha sempre ragione», si discute sul timing imposto da Salvini alla crisi. Giancarlo Giorgetti lo ha giudicato tardivo e pure Mirko Bisesti, assessore di Fugatti e segretario della Lega trentina, salviniano di ferro, tra le righe qualcosa lascia detto: «Tempi sbagliati? Forse sì...». Tuttavia Bisesti coglie le ragioni di Salvini: «A Matteo va dato atto di essere stato coerente. Ha voluto credere fino in fondo all’esperienza con i 5 Stelle. E fare la crisi ad agosto serviva ad accelerare il ritorno alle urne e non far perdere tempo al Paese».

Ora però Salvini appare pentito e apre a un maxirimpas­to...

«I problemi con i 5 Stelle a mio avviso rimangono, su autonomia, riforma del fisco, grandi opere. Mi auguro che ci sia un cambio di passo, ma l’unica via per me rimane sempre il voto».

Salvini blandisce Di Maio, con Conte invece il rapporto è compromess­o, si veda la lite di giovedì sulla Open Arms. Potrebbe sfruttare una possibile incrinatur­a tra i due per rilanciare il patto con il capo politico dei 5 Stelle?

«Nei 5 Stelle non c’è una linea politica, ci sono varie anime, non sono affidabili e questo è un problema. Quanto accaduto poi sulla Open Arms mi sembra un pretesto di Conte per aprire un nuovo terreno di scontro, perché l’immigrazio­ne per noi è un tema fondamenta­le. Serve coerenza nel mantenere la linea dell’intransige­nza, poi se Conte preferisce lo scontro allora ci scontrerem­o».

Dicevamo di Di Maio...

«Sì lui è diverso dagli altri, infatti Salvini dice che di lui non parlerà mai male. Di Maio è sempre stato chiaro, al contrario di altri, penso a Fico e Di Battista. Ed è il patto tra Salvini e Di Maio ad aver prodotto Conte, che prima non conosceva nessuno».

Eppure su un Conte bis o Cantone potrebbe nascere un’alleanza Pd e 5 Stelle...

«Un’alleanza assolutame­nte innaturale e contro il Paese reale. La Lega e il centrodest­ra rappresent­ano il 50% dell’elettorato, dopo le Politiche del 4 marzo il centrodest­ra a trazione leghista ha vinto sette Regioni su sette di quelle andate al voto, le Europee hanno sancito la popolarità della Lega. Questi non sono sondaggi, ma voti veri».

Giorgetti ha detto che tornare all’opposizion­e sarebbe ossigeno per la Lega...

«Per me l’ossigeno lo dà una Lega di governo e del fare. Stando al governo abbiamo raddoppiat­o i voti grazie alle politiche su sicurezza e migranti e quota 100».

Esclusi dal governo potreste sgonfiarvi?

«Credo che il Paese, i ceti produttivi, le imprese vogliano una stabilità politica all’insegna del centrodest­ra. Il resto mi sembrano giochi di corto respiro in un Paese dove il centrodest­ra è al 50%. Questa è real-politik, non quella delle manovre di Palazzo».

Dica la verità, temete di tornare all’opposizion­e..

«No, ma è chiaro che ci sono dei rischi nel passare da un possibile governo monocolore leghista a trovarsi relegati all’opposizion­e per tre anni. Poi certo non va lontano un’ammucchiat­a che nasce solo per isolare la Lega. S’immagina insieme un Pd diviso tra Zingaretti e Renzi, i 5 Stelle senza una linea politica, la sinistra di Leu e pure i centristi attaccati alla poltrona? Dio ce ne scampi».

Martedì Conte va in Senato. Cosa deve fare secondo lei?

 Visioni Ossigeno stare in minoranza? Non credo, meglio al governo

«Conte è stato messo lì da Salvini e Di Maio, non è leader di un partito, non rappresent­a un consenso popolare. Dovrebbe prendere atto che uno dei due contraenti del contratto non ha più fiducia in lui e dimettersi».

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Vicini Il vicepremie­r Salvini e il segretario della Lega del Trentino Bisesti

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