Villa de Varda compie 170 anni Esportazioni in 45 Paesi
L’azienda di Mezzolombardo esporta l’80% della produzione in 45 Paesi
Villa de Varda, storica distilleria di Mezzolombardo, ha festeggiato ieri 170 anni di attività.
Sei generazioni, 170 anni di storia e una produzione che fa il giro del mondo, dalla Cina al Sudafrica. Villa de Varda ha festeggiato ieri l’importante anniversario negli spazi della storica distilleria di Mezzolombardo, che dal 1800 produce grappe di altissimo livello ricavate esclusivamente da vinacce di monovitigno trentine selezionate e lavorate con un metodo di produzione unico, il metodo «de Varda» appunto. «La qualità è il tema più di attualità e quello che ci ha consentito di festeggiare questo importante anniversario» afferma Mauro Dolzan, che assieme al fratello Michele e al padre Luigi porta avanti l’attività di famiglia.
«Attualmente impieghiamo una decina di dipendenti e produciamo 100.000 bottiglie — prosegue Dolzan — la nostra crescita è costante ed è, più che in termini di quantità, in termini di valore. Le grandi riserve sono quelle che oggi stanno riscuotendo i favori maggiori». E non solo in Trentino, visto che Villa de Varda esporta l’80% della sua produzione in 45 Paesi del mondo, «prevalentemente in Europa, ma arriviamo fino all’Australia, al Brasile, in Corea del Sud, negli Stati Uniti. È un bel momento per gli spirits sui mercati internazionali».
Per celebrare i 170 anni di attività, Villa de Varda ha dato alle stampe il volume «Dolzan, distillatori da 170 anni», che ripercorre la storia dell’azienda e anche, inevitabilmente, la storia del Trentino e della sua tradizione di distillazione.
Il 2019 per l’azienda di Mezzolombardo è stato anche l’anproprietà no del lancio di tre nuovi prodotti: l’acquavite 1975, messa in barrique per l’invecchiamento nel giorno della nascita del primogenito Michele il 20 ottobre 1975 e prelevata dalle barrique lo stesso giorno di 43 anni dopo, e una grappa riserva di Traminer aromatico che ha già ricevuto la medaglia d’oro Anag. A questi si affianca un prodotto unico, l’Elixir Sancti Vigilii: «Si tratta di un amaro antico dalle innumerevoli e virtù digestive — spiega Dolzan — di cui i nostri avi, durante la prima guerra mondiale, hanno scritto la ricetta che conta su una trentina di erbe e radici, e poi è andata dimenticata. L’abbiamo ritrovata qualche tempo fa nel nostro museo (il più importante museo privato nazionale di settore con 1.600 oggetti antichi e catalogati di cantina e di distilleria oltre a 285 documenti storici, che ha ricevuto il patrocinio del Ministero dei beni culturali, ndr) e il decano della cattedrale di Trento, monsignor Ludovico Maule, ci ha chiesto di metterla in produzione per divulgare il nome della cattedrale dopo i restauri e per commemorare San Vigilio e il famoso botanico Pietro Andrea Mattioli, medico del principe vescovo Bernardo Clesio e del Concilio di Trento, oltre che eminente botanico. Ne produciamo attualmente 8.000 bottiglie».
La festa di ieri è stata anche l’occasione per celebrare il passaggio generazionale da Luigi, quinto capostipite della secolare casata dei Dolzan, verso i figli Michele e Mauro.
Mauro Dolzan
È un bel momento per gli spirits sui mercati internazionali, le grandi riserve hanno successo