L’intervento LA SCUOLA DI BARBIANA E LE NUOVE TECNOLOGIE
un coinvolgimento di attenzioni e anche di gratificazioni nel riuscire a capire soprattutto le cose più ostiche. Non è più pensabile oggi, con l’avvento delle nuove tecnologie sulle quali anche la nostra Provincia ha deciso di scommettere, imitare la scuola di Barbiana o altri esempi, ma l’eccessiva specializzazione nei primi anni scolastici rende faticosa la presenza attiva di un preadolescente in crescita ormonale ove le distrazioni di oggi lo portano spesso a essere con la testa, più che in classe, nello smartphone che tiene chiuso in cartella. Abbiamo sempre saputo che insegnare è un mestiere difficile, soprattutto oggi che i ragazzi non hanno più quell’educazione di base di un tempo. In ogni caso ogni momento storico dovrebbe trovare, non solo nel nozionismo ma anche nella partecipazione collettiva della classe al programma. In conclusione, un auspicio positivo visto che anche i risultati delle indagini nazionali sulla scuola trentina valorizzano sempre più il rapporto fra persone di classi ed età diverse. Quando un gruppo di giovani è entrato in sintonia con gli altri anche il diverso non si sente più tale e la scuola diventa quindi veramente un momento di crescita collettiva.
Ciclabile urgente
Come cittadino di Trento e residente in via Perini, ho le mie buone ragioni di essere deluso e sconfortato. La questione, che è già stata sollevata anche da altri residenti, riguarda l’urgenza di una pista ciclabile nella nostra via, uno degli snodi più trafficati e inquinati del centro città. I ciclisti che pedalano sul marciapiede sono maleducati e irrispettosi, si intende, ma sono spesso costretti dall’intensità del traffico e dalla mancanza di una apposita pista per le bici. E questa situazione, che quotidianamente mette alla prova i nostri nervi, è diventata ormai insostenibile.
Sono deluso, perché si è persa di recente l’occasione storica di farla davvero, questa pista ciclabile. In concomitanza con i lavori per il nuovo sottopasso di via Giusti si poteva e si doveva realizzare anche la ciclabile in via Perini — come per altro era stato annunciato — risparmiando costi e tempi di lavoro.
E invece l’ennesimo rinvio. Per quale motivo? Che sia stato per il no di qualche commerciante, preoccupato di perdere una manciata di clienti? Così fosse, sarebbe grave e senza logica. Perché se tali commercianti avessero partecipato al dibattito pubblico, si sarebbero accorti che c’erano due soluzioni diverse in ballo, su cui si era discusso e da cui era emersa una terza opzione di compromesso, la meno invasiva possibile nei loro confronti.
Che sia stato allora per non perdere una quarantina di parcheggi preziosi? Avrebbe più senso, ma potevano essere elaborate delle alternative, come ad esempio l’utilizzo dei posti auto interni alla vecchia questura, che dal 31 dicembre abbandonerà lo stabile di via Perini. Che sia stata invece la mancanza di coraggio di assessori e politici locali, che si riempiono la bocca di parole come «mobilità sostenibile», ma che poi alla prova dei fatti si tirano indietro, rinunciando a mettere le mani in situazioni delicate come questa?
Da cittadino attivo e pensante pretenderei una risposta convincente alle mie domande.
Claudio Tasin, TRENTO