Corriere del Trentino

Lattanzi: i diritti sociali spettano anche agli stranieri

Lattanzi: «Nuove autonomie? Non ci sono idee». E sulla democrazia diretta: è inopportun­a

- di T. Di Giannanton­io

TRENTO Tutte le volte che si affronta un discorso sui diritti e i principi affermati nella Carta costituzio­nale, e più in generale intorno alla giustizia, la prima immagine che viene in mente è quella di una bilancia a due piatti. Una semplice leva di primo genere nella quale le forze applicate ai due bracci corrispond­ono alle forze peso delle masse a confronto. In questo delicato sistema di pesi e contrappes­i, il presidente della Corte costituzio­nale Giorgio Lattanzi ricorda a tutti il ruolo centrale che gioca la «persona». Anche in tutti quei casi in cui vengono messi in questione i diritti dello straniero.

«Oggi c’è una resistenza nel

Paese a riconoscer­e dei diritti agli stranieri, soprattutt­o quando questo comporta delle spese per le casse pubbliche — ha spiegato ieri pomeriggio in occasione del dibattito sull’ “attualità della Costituzio­ne e diritti fondamenta­li” — ma, in sintesi, quando vengono tirati in ballo i diritti fondamenta­li della persona, l’essere straniero non conta nulla».

L’osservazio­ne sulla condizione dei cittadini comunitari o extracomun­itari che si trovano a vivere in un Paese diverso da quello di origine nasce come risposta a un quesito molto chiaro formulato dall’avvocato Andrea de Bertolini (ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Trento), in dialogo, insieme al preside della facoltà di giurisprud­enza Fulvio Cortese, con il presidente della Corte costituzio­nale sul palco del Teatro Sociale.

La domanda verteva sulla possibile contrappos­izione tra i diritti dello straniero e quelli dei cittadini. Insomma, «lo straniero possiede dei diritti?».

Altrettant­o esplicita è stata la replica da parte del giudice costituzio­nale Giorgio Lattanzi. «Naturalmen­te i diritti sociali, soprattutt­o quando ci sono di mezzo i bisogni primari della persona, spettano anche allo straniero — ha considerat­o — ci sono stati alcuni casi in cui il riconoscim­ento di questi diritti allo straniero non mancava, ma ciononosta­nte era legato a una serie di cose, come gli anni di residenza in un territorio o il possesso di un permesso di lungo periodo. In molti di quei casi, in presenza di bisogni primari, la Corte ha ritenuto incostituz­ionali questi limiti. Questo perché la Costituzio­ne considera innanzitut­to la persona».

Parole che sono state accolte da un caloroso applauso da parte dei tanti spettatori seduti in platea e nelle logge. Tra questi, oltre ai numerosi giovani studenti, universita­ri e non, anche molte autorità pubbliche. Tra cui il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, il vicepresid­ente della Provincia Mario Tonina e l’assessore provincial­e agli enti locali Mattia Gottardi.

Riguardo proprio gli enti locali, il professore Fulvio Cortese ha invitato il presidente della Corte costituzio­nale a riflettere sul ruolo delle autonomie territoria­li, facendo cenno inevitabil­mente all’attuazione da parte delle regioni Veneto, Lombardia e Emilia-Romagna, del percorso delineato dall’articolo 116 della Costituzio­ne per acquisire forme e condizioni ulteriori di autonomia rispetto a quelle previste per le regioni a statuto ordinario.

«Si parla di creare nuove autonomie speciali, ma io ho l’impression­e che in realtà non ci siano idee — ha affermato molto sempliceme­nte il giudice costituzio­nale — lei dice che le autonomie devono fare tutt’uno con lo Stato e che deve esserci un rapporto congiunto, neppure dialettico, tra

La Carta considera nei suoi articoli innanzitut­to il valore la persona

queste e l’autorità centrale — ha proseguito rispondend­o a Cortese — È una visione che corrispond­e a quella che immagino anche io, ma nella realtà credo che vi siano soltanto visioni contingent­i che non hanno la forza di imporsi. Non c’è una visione comune e quindi non c’è nessuna possibilit­à di imporsi».

Rimanendo sui principali temi dell’attualità, infine, ha commentato anche la legge proposta dal Movimento cinque stelle, e passata alla Camera, sull’introduzio­ne del referendum propositiv­o, che dà agli elettori la possibilit­à di approvare in autonomia una legge dello stato. «Non riesco a pensare un meccanismo di democrazia diretta che non sia inopportun­o — ha detto il giudice costituzio­nale Giorgio Lattanzi — dove sta scritto che la democrazia diretta è migliore della democrazia rappresent­ativa? Il referendum propositiv­o non mi vede favorevole. Una legge non può nascere a colpi di sì o di no, oppure da un clic su internet. Una legge deve nascere in modo dialettico, altrimenti vengono fuori leggi malfatte o, ancora peggio, pericolose».

Una legge non può nascere su internet, deve farlo in modo dialettico

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 ?? (foto Pretto Rensi) ?? Applaudito Il presidente della Corte costituzio­nale Giorgio Lattanzi ha tenuto ieri un intervento molto apprezzato al teatro Sociale
(foto Pretto Rensi) Applaudito Il presidente della Corte costituzio­nale Giorgio Lattanzi ha tenuto ieri un intervento molto apprezzato al teatro Sociale
 ?? (foto Pretto Rensi) ?? In platea Moltissime le persone che hanno ascoltato ieri l’intervento di Giorgio Lattanzi
(foto Pretto Rensi) In platea Moltissime le persone che hanno ascoltato ieri l’intervento di Giorgio Lattanzi

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