Corriere del Trentino

Traffico illecito di carburanti, 10 arresti Il questore: «Evaso oltre un milione»

Il procurator­e: settori ad alta infiltrazi­one mafiosa. Nel mirino «le pompe bianche»

- Dongilli

Sono dieci gli arresti emessi su richiesta del procurator­e Pasquale Profiti e ordinate dal gip Marco La Ganga per contrabban­do di gasolio. La vicenda risale a settembre 2018: un controllo degli agenti della polizia stradale di Trento su un camion a rimorchio con targa polacca ha consentito di portare alla luce un’associazio­ne per delinquere. «Evaso più di un milione di euro» ha precisato il questore Giuseppe Garramone. I destinatar­i del gasolio (cetano, un tipo di gasolio adatto alle macchine industrial­i) erano soprattutt­o le bombe pianche di tutta Italia, sulle quali prosegue l’attività di controllo.

TRENTO Settembre 2018, c’è un camion a rimorchio con targa polacca, nell’area di sosta di Nogaredo. Agenti della polizia stradale di Trento fanno un’ispezione: dentro ci sono taniche di plastica, semivuote. Solo sul fondo si intravedon­o dei residui: ma puzzano di gasolio e non di olio lubrifican­te come riportato in bolla. Dettagli? Forse, ma nei dettagli, diceva Sherlock Holmes, si nascondono le cose più importanti. Quel controllo ha consentito infatti agli uomini della polizia di Stato, con in testa la Squadra Mobile e la Stradale, insieme all’Agenzia delle Dogane e alla Guardia di finanza, di scoprire un’associazio­ne per delinquere finalizzat­a al contrabban­do di gasolio. Dieci le misure cautelari emesse su richiesta del sostituto procurator­e Pasquale Profiti e ordinate dal gip Marco La Ganga. «Più di un milione di euro — ha precisato il questore Giuseppe Garramone — è stato evaso». L’operazione Gasoline è scattata in provincia di Latina. Quattro persone sono finite in carcere, quattro ai domiciliar­i e per due è stato chiesto il mandato di cattura europeo.

Le indagini hanno fatto tanta strada da quel controllo in A22. Analizzand­o il materiale sul fondo delle taniche gli inquirenti hanno scoperto che si trattava di cetano, un tipo di gasolio adatto alle macchine industrial­i più che ai veicoli, inquinante. Da lì sono iniziati i controlli tramite gps dei transiti, che hanno consentito agli inquirenti di ricostruir­e il quadro. I camion provenient­i dalla Polonia ma anche da Vienna e Memmingen in Austria e Germania, entravano in Italia dal Brennero dichiarand­o di trasportar­e, direzione Malta, oli lubrifican­ti, che a livello europeo non sono soggetti a vincoli di imposta o circolazio­ne; in realtà erano carichi di questo gasolio: ogni mezzo avrebbe trasportat­o dalle 25 alle 30 taniche da 1.000 litri l’una. La meta era Latina, dove il gasolio era stoccato e poi rivenduto. Con guadagni notevoli per tutti (anche per l’ignaro consumator­e finale) visto che sfuggiva del tutto alla tassazione, sia accise che Iva. I destinatar­i erano soprattutt­o le pompe bianche (ossia senza logo) d’Italia, «consapevol­i — come ha precisato il procurator­e capo Sandro Raimondi — di ciò che acquistava­no» e sulle quali proseguono le attività di controllo.

A gestire il tutto, secondo gli inquirenti, c’era una vera associazio­ne: Francesco Trovato, 72 anni e Giuseppe Mamone, 51 anni, calabresi residenti a Latina, sarebbero stati nella posizione di comando; il primo era titolare della Ad Petroli, società che ordinava in Polonia il carburante e dove arrivava dopo un primo stoccaggio nel deposito di Mamone; quest’ultimo invece insieme al collaborat­ore Dario Sacchetti (ora ai domiciliar­i), avrebbe anche fornito ai trasportat­ori documenti falsi per trasferire i combustibi­li alla Ad Petroli. Trovato poi metteva a disposizio­ne le cisterne per lo stoccaggio e mezzi di trasporto per commercial­izzare il prodotto.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è scattata anche per Paul Robert Lihet, rumeno che avrebbe fatto da tramite fra Trovato e chi procacciav­a il carburante in Polonia e Slovacchia, due polacchi per cui è stato emesso un mandato di arresto europeo. In carcere si trova anche Gabriele Garofalo (41 anni), che avrebbe stampato i documenti falsi e procurato gli autocarri per trasferire il gasolio da un deposito all’altro; ai domiciliar­i sono invece Domenico Ursitti (56 anni), Antonio Ubertini (60 anni e Roberto Evandri (55 anni), tutti residenti nella zona di Latina. Gli inquirenti hanno contestato 41 viaggi agli indagati: dai 2 ai 4 tir transitava­no da nord a sud tutte le settimane.

Durante le perquisizi­oni sono stati posti i sigilli alla villa di Trovato (abusiva) e gli sono stati sequestrat­i 18 rolex; sono stati sequestrat­i anche 2 moto, 5 autocarri, 3 semirimorc­hi, i due depositi, 8 anelli d’oro e due bracciali, 55.000 euro in contanti e 83.000 litri di carburante. La provenienz­a di due dei dieci arrestati dall’area a forte presenza mafiosa di Guardavall­e, in provincia di Catanzaro, richiede un surplus di attenzione. Anche perché «il settore del contrabban­do di carburante — ha precisato Raimondi — fa gola alla mafia: stiamo raffinando le nostre tecniche di indagine per contrastar­e questo fenomeno allarmante: in Italia si stima che vengano così sottratti al fisco 10 miliardi all’anno».

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Team Da sinistra Niglio, Garramone, Raimondi e Sant’Elia
 ??  ?? L’indagine Da sinistra Niglio dirigente della Mobile, il questore Garramone, il procurator­e capo Raimondi e Sant’Elia (dirigente della Stradale)
L’indagine Da sinistra Niglio dirigente della Mobile, il questore Garramone, il procurator­e capo Raimondi e Sant’Elia (dirigente della Stradale)

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