L’Itas oggi festeggia i vent’anni Mosna: «Abbiamo ancora fame»
Oggi la festa per i 20 anni dell’Itas I ricordi del presidente Mosna tra Coppe, scudetti e campioni «La prossima vittoria è quella che ci spinge ad andare avanti»
Oggi la Blm Group Arena ospiterà la festa per i vent’anni della Trentino Volley. «L’inizio è stato in salita» ricorda il presidente Diego Mosna, che ripercorre la storia dell’Itas.
La Blm group Arena è pronta ad ospitare la serata di presentazione alla città dell’Itas Trentino 2019/20, una presentazione molto particolare visto che quella che prenderà il via domenica sarà la ventesima stagione di attività per la società di via Trener. Sono giù più 3mila i tifosi che si sono assicurati il biglietto, ricordiamo che le porte apriranno alle 19 e l’evento — il momento centrale sarà il concerto dei Kolors — inizierà un’ora più tardi. Nessuno meglio del presidente Diego Mosna può tracciare un bilancio di questi cinque lustri passati al vertice dello sport nazionale e internazionale.
Presidente, era il 23 maggio del 2000 quando…
«Acquistai dalla storica società Porto Ravenna i diritti sportivi di serie A1 e portai in Trentino Alto Adige la grande pallavolo. Il primo pensiero che mi viene in mente riguarda l’inesorabilità del tempo, sembra incredibile siano già passati vent’anni, non per essere banale ma è proprio così».
Stagioni caratterizzate da tantissime vittorie, nel suo cuore qualche successo conserva un posto particolare?
«Le prime volte non si scordano mai, il 7 maggio 2008 quando conquistammo lo scudetto superando per tre a zero Piacenza, ricordo il clima che si respirava in tutta la città non solo al palazzetto. E come non menzionare la Champions League ottenuta a Praga l’anno dopo superando in finale i greci dell’Iraklis di Salonicco. Tutti i trofei che abbiamo alzato, e fortunatamente sono stati tanti, hanno un grande valore diciamo che queste due occasioni pesano ancora di più».
Le difficoltà maggiori invece quali sono state?
«L’inizio è stato in salita, dal punto di vista sportivo temevamo di retrocedere immediatamente vanificando così gran parte del lavoro fatto. Ma non è solo una questione di campo. Dal punto di vista dei rapporti diciamo che quelli con la pubblica amministrazione, in particolare con il Comune, non sono sempre stati semplice. Poi però le cose sono notevolmente migliorate».
Andando sui singoli ha visto passare decine di atleti, c’è qualcuno con cui ha legato maggiormente?
«Leonardo Giombini. Non abbiamo avuto un rapporto continuo però è stato il primo campione e giocatore della nazionale a sposare il nostro progetto dal 2000 al 2002. Si è messo in gioco aiutandoci a rimanere nella massima serie, poi è chiaro che è impossibile non nominare Matej Kazijski e Osmany Juantorena per tutto quello che ci hanno fatto vincere e lo spettacolo offerto. Fortissimi. Poi chiaramente c’è Simone Giannelli».
Il capitano è un simbolo?
«Lui rappresenta invece tutti gli sforzi e l’impegno profuso per far crescere il settore giovanili, è l’esempio concreto che la costanza e la serietà alla fine pagano».
Dove li trova gli stimoli per continuare quando la sua bacheca è stracolma di coppe e riconoscimenti?
«La vittoria che arriverà è quella che ti fa andare avanti, il non volersi sedere e avere ancora fame. Oltre a questo il riconoscimento della gente trentina, e non solo, porta in dote anche delle responsabilità, tutto quello che è stato costruito con fatica sino ad ora merita continuità».
Quindi non è appagato e magari desideroso di provare nuove avventure?
«Sinceramente ciò che più vorrei sarebbe avere meno impegni ma proprio non riesco. Comunque non sono appagato, è chiaro che spero si possa profilare all’orizzonte qualcuno in grado di sostituire al meglio il sottoscritto».
Venendo alla festa in programma questa sera, che palazzetto si aspetta?
«Sarà sicuramente una Blm Group Arena piena di nostri tifosi che faranno sentire tutto il loro calore, ovviamente non mancheranno i fans dei Kolors e questo mi rende felice. Vorrei che i giovani si avvicinassero ancora di più al volley e occasioni come queste mi sembrano perfette».
Modello Giannelli Rappresenta l’impegno per far crescere il settore giovanili, è l’esempio che la serietà alla fine paga