Stava, 19 luglio 1985 In scena la strage
Il Centro Santa Chiara di Trento inaugura la stagione con Una tragedia alpina spettacolo dedicato alla catastrofe di 34 anni fa costata la vita a 268 persone
Il testo scritto e diretto da Andreatta non mira a ricostruire l’evento, svuota lo spazio e lo riempie con un coro
Gli antichi greci la chiamavano catarsi, la capacità dell’arte e del teatro in particolare di mostrare all’uomo le diverse possibilità dell’esistente, permettendogli di liberarsi delle passioni negative. Ora tale eredità viene raccolta da un’opera che, a un anno dalla tempesta Vaia che ha devastato i boschi del Trentino, vuole farsi occasione di riflessione e desiderio di purificazione del rapporto tra l’uomo e la montagna.
Nasce così lo spettacolo inaugurale delle stagioni teatrali del Centro Culturale Santa Chiara 19 luglio 1985. Una tragedia alpina, opera della realtà teatrale trentina ormai nota a livello nazionale OHT, e coprodotto dal Centro Santa Chiara e da Romaeuropa Festival (in scena in prima assoluta dal 7 al 10 novembre). Scritto e diretto dal regista Filippo Andreatta, con il supporto drammaturgico di Marco
Bernardi e la musica di Davide Tomat, lo spettacolo mette in luce il duplice aspetto tecnico e umano della tragedia che nel 1985 colpì la Val di Stava.
Alle 12:22:55 del 19 luglio, circa 180.000m³ di fango biancastro travolsero violentemente l’abitato di Stava a una velocità di 90 chilometri orari, spazzando via tutto in appena 7 minuti: alberi, case, persone, alberghi, strade. Una tragedia costata la vita a 268 persone che a quasi 35 anni di distanza risulta ancora irrappresentabile. Lo spettacolo mira dunque non a ricostruire in scena la matericità dell’evento, ma al contrario svuota lo spazio, riempiendolo con la potenza evocativa della musica eseguita dal vivo dall’Ensemble Vocale Continuum diretto dal Maestro Luigi Azzolini. Come nella tragedia antica nella quale il coro rappresentava la voce della comunità, nella moderna «tragedia alpina» di OHT i coristi accompagnano con il canto la narrazione degli avvenimenti e diventano un «fantasma emotivo» della popolazione di Stava. Protagonista «in absentia» la potenza della natura contro la quale l’uomo ha peccato, e continua a peccare, di arroganza e superficialità.
Lo spettacolo inaugurerà le due rassegne di prosa del Centro Santa Chiara, sia quella di drammaturgia più «tradizionale» della Grande Prosa sia quella dedicata alle nuove espressivi artistiche di «Altre tendenze».
«Una scelta - ha confermato il direttore artistico Francesco
Le analogie con Vaia A un anno dalla tempesta che ha devastato anche i boschi del Trentino, quanto successe tanti anni fa è un monito per il presente e spinge a pensare al futuro