«Il debito? Un fardello sui giovani»
«Il debito pubblico è un fardello che viene lasciato ai giovani. È ingiusto che le conseguenze delle scelte di chi amministra oggi ricadano sulle future generazioni». Angelo Buscema, presidente della Corte dei conti, è stato ieri ospite dell’Università di Trento alla facoltà di giurisprudenza per una lectio magistralis sull’evoluzione dei compiti affidati alla Corte dei conti a tutela del pubblico erario, sottolineando l’importanza di non accumulare altro debito pubblico per rispettare il «diritto di equità intergenerazionale». Nel corso del suo intervento Buscema ha ripercorso i passaggi storici che hanno portato all’attuale organizzazione della Corte, definita «un ente terzo che verifica il corretto utilizzo delle risorse pubbliche». L’importanza della terzietà è data dal fatto che non potendo disporre direttamente della risorsa, il giudizio della Corte dei conti è puramente tecnico.
L’ente guidato da Buscema è in prima linea nella battaglia alla corruzione, garantendo la trasparenza della pubblica amministrazione e rappresentando un «baluardo di legalità». Il presidente Buscema si è concentrato anche sulle società partecipate, poste sotto il controllo della Corte dei conti. «Il nostro contributo serve per evitare che si creino dei carrozzoni pubblici».