«FUTURA», I CITTADINI-ELETTORI E LA VOGLIA DI POLITICA DIVERSA
siamo fare un’opposizione incisiva e puntuale (che tutti ci riconoscono) in Consiglio provinciale, svolgere un’importante azione di governo nel Comune di Trento e lavorare sul territorio per la creazione di coalizioni capaci di competere per le prossime elezioni amministrative.
Possiamo dire che Futura è al centro di questi processi. Vogliamo essere protagonisti di coalizioni forti, portando in esse le nostre istanze, all’insegna della discontinuità e dell’innovazione di idee, persone, metodi. Occorre poi aggregare massa critica sufficiente per pesare dentro queste alleanze in costruzione o addirittura per guidarle; non ci interessa lo zero virgola e neppure fare un consigliere, ma davvero cambiare qualcosa.
Questa impostazione richiede pazienza, capacità di ascolto e di proposta. Come ho ribadito molte volte, Futura deve essere pensata e vissuta non come un partito, ma come un contenitore aperto, un catalizzatore di processi, una lista «arcipelago» che prenderà forma in modo diverso, territorio per territorio, secondo modalità civiche, civili, plurali.
Puntare a una lista «arcipelago» implica necessariamente contaminarsi, aprirsi, dialogare, aggregare. Non piantare bandierine identitarie. Quindi già da tempo abbiamo avviato proficue collaborazioni sui temi dei diritti, dell’ambiente, della solidarietà con altre forze politiche, in primis con i Verdi, ma non solo, e con associazioni e movimenti. Siamo riconosciuti come interlocutori credibili. Con il Pd e l’Upt il rapporto è ottimo. Non abbiamo posto e non porremo veti verso partiti o candidati/e perché valuteremo caso per caso sui contenuti, sulla discontinuità e sulla validità di piattaforme che dovranno essere vincenti e convincenti.
Tuttavia, come annota giustamente Casalini, Futura dovrebbe «rivitalizzare» una parte di elettorato. Non solo confrontarsi con i partiti già in campo, non tanto parlare di sigle, quanto rivolgersi alle cittadine e ai cittadini. Futura ha l’ambizione di proporre linguaggi e metodi nuovi. La politica è fluida, le problematiche mutano repentinamente e richiedono veloci cambi di passo.
Occorrono schemi nuovi, contaminazioni, originali modelli di azione. Abbiamo alcune priorità: la lotta per la democrazia diventa anche lotta per contrastare i cambiamenti climatici. È necessario rivolgersi maggiormente al ceto medio impoverito, ai bisogni delle persone: occupazione, alloggi, sussidi, assistenza ad anziani e persone con fragilità. Gli slogan non funzionano.
Sul territorio siamo già attivi da tempo. A Rovereto, per esempio, abbiamo già organizzato incontri molto partecipati in cui persone di ogni estrazione (magari alla loro prima esperienza in questo contesto) si sono trovate a parlare di politica, di idee e proposte, di attenzioni e strategie per migliorare la loro città con il proprio impegno, le proprie esperienze, i propri saperi e le proprie competenze. A Trento siamo già partiti in estate con un tour nelle «periferie» della città. Daremo scosse sempre con uno spirito aperto e dialogante. Non è facile recuperare la fiducia della gente. Piano piano però si cominciano a vedere buoni risultati.
Strategie Il nostro progetto prevede di essere protagonisti di coalizioni forti, portando in esse la nostre istanze Una lista arcipelago aperta al dialogo