Scatta l’allerta sulle sigarette elettroniche
L’Istituto superiore di sanità ha deciso di diffondere l’allerta dopo alcune segnalazioni ricevute dall’Osservatorio Europeo delle droghe. Occhi puntati sulle sigarette elettroniche.
TRENTO La definizione tecnica è «allerta di grado 2» (sul massimo di 3). È contenuta in un documento inviato dall’Istituto superiore di sanità al ministero della Salute e a tutti gli assessorati delle regioni d’Italia. L’obiettivo è «vigilare sulla grave malattia polmonare tra le persone che utilizzano le sigarette elettroniche con causa sconosciuta», già segnalata in diversi Stati degli Usa, inoltre si vuole monitorare l’insorgenza «di gravi lesioni polmonari tra le persone che utilizzano prodotti per sigaretta elettronica», come sarebbero stati documentati negli Stati Uniti. Si tratta di una polmonite chimica che sta causando numerose vittime in America, soprattutto tra i giovani.
I rischi correlati all’uso delle sigarette elettroniche non sono nuovi. «Era stata già diffusa una pre-allerta — spiega il dottor Antonio Ferro, del dipartimento di prevenzione dell’Azienda provinciale sanitaria — si sapeva che poteva essere potenzialmente pericolosa, tanto che negli ultimi tempi si è registrata una diminuzione del consumo». Ora però c’è una presa di posizione ufficiale dell’Iss. L’Istituto di sanità ha deciso di diffondere l’allerta dopo alcune segnalazioni ricevute dall’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze di Lisbona. Il grado due indica il rischio di lievi danni per la salute e della diffusione di sostanze nocive nel mercato. Negli Stati Uniti finora si sono registrati 1.300 casi e 26 morti da polmonite chimica. Pare che la maggior parte avesse utilizzato prodotti per e-cigarette contenenti Thc (tetraidrocannabinolo), mentre molti altri avrebbero utilizzato sia prodotti a base di Thc, sia di nicotina.
I Centers for diseases control (Cdc) segnalano che molti casi sono collegati all’uso di prodotti acquistati sui canali non ufficiali e da rivenditori non autorizzati. Gli esperti, però, invitano a mantenere la calma: ciò che è stato segnalato negli Stati Uniti per ora non ha avuto riscontri in Italia e in Europa.
Nel nostro Paese — spiega l’Iss — i controlli sulla vendita nel canali ufficiali delle sostanze con cui sono caricate le e-cigarette poste in vendita sono molto rigorosi. L’Istituto di sanità chiede però alle strutture sanitarie locali di vigilare e denunciare eventuali casi.