Trattative difficili, arrivano i rinforzi: agenzia ad hoc per le relazioni sindacali
La struttura rappresenterà la Provincia nella contrattazione del pubblico impiego
BOLZANO La chiusura del contratto territoriale del pubblico impiego si fa sempre più difficile. Per risolvere il rebus, la Provincia entro fine anno renderà nuovamente operativa l’agenzia per le relazioni sindacali, con una scelta che viene salutata con favore dalle rappresentanze sindacali.
«Una decisione che accogliamo con favore — conferma
Altro «round»
Oggi nuovo confronto tra le parti sull’adeguamento degli stipendi
Michele Buonerba, segretario generale della Cisl altoatesina — se l’agenzia verrà dotata di risorse e strumenti adeguati, il confronto negoziale sarà agevolato, con la presenza di interlocutori dedicati e con una preparazione specifica».
Entro il prossimo 25 novembre dovranno essere depositate a Palazzo Widmann le candidature per fare parte della struttura che, sul modello dell’Aran a livello nazionale e dell’Apran nel vicino Trentino, si farà carico di rappresentare la parte datoriale pubblica nelle contrattazioni collettive.
Tra i requisiti richiesti, oltre alla conoscenza delle due lingue italiana e tedesca, vi è l’esperienza triennale in materia di relazioni sindacali, contrattazione collettiva, organizzazione e gestione del personale e diritto del lavoro con una formazione universitaria in giurisprudenza, economia o scienze politiche. Non possono partecipare al bando persone che svolgono un mandato politico o sindacale o siano in pensione. Al ruolo dell’agenzia (la cui istituzione era peraltro prevista dalla legge sull’ordinamento del personale del 2015) guarda con favore pure Thomas
Mathà che, segretario generale del Dirap, sta seguendo la vertenza dei funzionari provinciali, impegnati a scongiurare la restituzione retroattiva delle somme ricevute come assegno personale pensionabile (App). «Sul fronte della battaglia non abbiamo novità — spiega Mathà — ma sarà sicuramente utile e positivo avere la possibilità di confrontarsi con una struttura dedicata».
Intanto oggi pomeriggio alle 14 i rappresentanti sindacali dei dipendenti riprenderanno il confronto con la Provincia per il rinnovo del contratto collettivo intercomparto del pubblico impiego. Una partita rilevantissima che riguarda circa 42.000 lavoratori distribuiti tra amministrazione provinciale ed enti dipendenti, azienda sanitaria, Comuni e comunità comprensoriali, residenze per anziani, Ipes, aziende di soggiorno di Bolzano e Merano. Sul tavolo lo stop all’utilizzo dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca) provinciale, posto al 4,8%, in favore di quello nazionale, attestato al 3%. Scelta che la Provincia ha giustificato come necessaria per evitare impugnazioni da parte della Corte dei conti, tenuto conto che l’Ipca è un parametro fondamentale per la misura degli aumenti economici di base e, quindi, fondamentale per la chiusura dei contratti collettivi.
«Come sindacati stiamo lavorando a una proposta condivisa — spiega Monica Murari, segretaria territoriale Uil Fpl — il taglio dell’Ipca dal 4,8% al 3% impone la necessità di trovare soluzioni tecniche per recuperare quell’1,8% che i lavoratori giustamente si attendono. Parliamo di somme che, di fatto, erano già state individuate per essere inserite nel bilancio provinciale per sostenere i redditi dei dipendenti interessati».