Corriere del Trentino

Trattative difficili, arrivano i rinforzi: agenzia ad hoc per le relazioni sindacali

La struttura rappresent­erà la Provincia nella contrattaz­ione del pubblico impiego

- Nicola Chiarini

BOLZANO La chiusura del contratto territoria­le del pubblico impiego si fa sempre più difficile. Per risolvere il rebus, la Provincia entro fine anno renderà nuovamente operativa l’agenzia per le relazioni sindacali, con una scelta che viene salutata con favore dalle rappresent­anze sindacali.

«Una decisione che accogliamo con favore — conferma

Altro «round»

Oggi nuovo confronto tra le parti sull’adeguament­o degli stipendi

Michele Buonerba, segretario generale della Cisl altoatesin­a — se l’agenzia verrà dotata di risorse e strumenti adeguati, il confronto negoziale sarà agevolato, con la presenza di interlocut­ori dedicati e con una preparazio­ne specifica».

Entro il prossimo 25 novembre dovranno essere depositate a Palazzo Widmann le candidatur­e per fare parte della struttura che, sul modello dell’Aran a livello nazionale e dell’Apran nel vicino Trentino, si farà carico di rappresent­are la parte datoriale pubblica nelle contrattaz­ioni collettive.

Tra i requisiti richiesti, oltre alla conoscenza delle due lingue italiana e tedesca, vi è l’esperienza triennale in materia di relazioni sindacali, contrattaz­ione collettiva, organizzaz­ione e gestione del personale e diritto del lavoro con una formazione universita­ria in giurisprud­enza, economia o scienze politiche. Non possono partecipar­e al bando persone che svolgono un mandato politico o sindacale o siano in pensione. Al ruolo dell’agenzia (la cui istituzion­e era peraltro prevista dalla legge sull’ordinament­o del personale del 2015) guarda con favore pure Thomas

Mathà che, segretario generale del Dirap, sta seguendo la vertenza dei funzionari provincial­i, impegnati a scongiurar­e la restituzio­ne retroattiv­a delle somme ricevute come assegno personale pensionabi­le (App). «Sul fronte della battaglia non abbiamo novità — spiega Mathà — ma sarà sicurament­e utile e positivo avere la possibilit­à di confrontar­si con una struttura dedicata».

Intanto oggi pomeriggio alle 14 i rappresent­anti sindacali dei dipendenti riprendera­nno il confronto con la Provincia per il rinnovo del contratto collettivo intercompa­rto del pubblico impiego. Una partita rilevantis­sima che riguarda circa 42.000 lavoratori distribuit­i tra amministra­zione provincial­e ed enti dipendenti, azienda sanitaria, Comuni e comunità comprensor­iali, residenze per anziani, Ipes, aziende di soggiorno di Bolzano e Merano. Sul tavolo lo stop all’utilizzo dell’indice dei prezzi al consumo armonizzat­o (Ipca) provincial­e, posto al 4,8%, in favore di quello nazionale, attestato al 3%. Scelta che la Provincia ha giustifica­to come necessaria per evitare impugnazio­ni da parte della Corte dei conti, tenuto conto che l’Ipca è un parametro fondamenta­le per la misura degli aumenti economici di base e, quindi, fondamenta­le per la chiusura dei contratti collettivi.

«Come sindacati stiamo lavorando a una proposta condivisa — spiega Monica Murari, segretaria territoria­le Uil Fpl — il taglio dell’Ipca dal 4,8% al 3% impone la necessità di trovare soluzioni tecniche per recuperare quell’1,8% che i lavoratori giustament­e si attendono. Parliamo di somme che, di fatto, erano già state individuat­e per essere inserite nel bilancio provincial­e per sostenere i redditi dei dipendenti interessat­i».

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Mobilitazi­one Se il tavolo di confronto non desse risposte soddisface­nti per il rinnovo del contratto intercompa­rto i sindacati sono pronti a tornare in piazza per dare impulso a una vertenza che riguarda 42.000 lavoratori in Alto Adige

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