Corriere del Trentino

Banche, la scossa di Confindust­ria

Manzana: «Mediocredi­to aiuti le imprese». Tisi: «Usate il talento per ripopolare le valli»

- Damaggio

Ospite dell’assemblea degli industrial­i trentini, il presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia ha esortato ieri le imprese a «interpreta­re la sfida ambientale» e «rimettere al centro il lavoro». Monito raccolto dal presidente degli aquilotti di Trento Fausto Manzana, che invita i suoi a «essere più inclusivi», e rilanciato dal vescovo di Trento Lauro Tisi: «Create sviluppo e crescita nelle valli che rischiano di svuotarsi» ha detto l’alto prelato.

RIVA DEL GARDA Da una parte l’orgoglio dell’impresa che vuole scrollarsi di dosso l’iconografi­a ormai demodé della ciminiera fumante («Dobbiamo abbattere il muro dei preconcett­i»). Dall’altra la consapevol­ezza che sia tempo di cambiare registro e diventare imprese della responsabi­lità («L’industria è la soluzione, non il problema»). Dal palco di Riva del Garda, ospite nobile dell’assemblea degli industrial­i trentini, Vincenzo Boccia ha esortato le imprese a «interpreta­re la sfida ambientale» e adoperarsi per «rimettere al centro il lavoro». Ma «rendendolo sostenibil­e» ha rimarcato il presidente di Confindust­ria. Un monito raccolto dal presidente degli aquilotti di Trento, Fausto Manzana, che sfidando ogni tabù ha smentito gli slogan: «Si dice prima gli italiani e prima i trentini, ma io dico prima le imprese italiane e prima le imprese trentine». Che senza forza lavoro immigrata sarebbero in difficoltà. «Non sono buonista — ha assicurato — Ma la sfida dell’integrazio­ne va vinta». Una sfida che sposa in pieno l’onda verde di Greta Thunberg e che, al tempo stesso, spinge senza timori di incoerenza infrastrut­ture indispensa­bili. Come la Valdastico che per Manzana deve tornare al tracciato con l’uscita a nord. Un appello diretto al governator­e Maurizio Fugatti. A cui Manzana ha aggiunto una postilla: rendere Mediocredi­to la banca delle imprese trentine e frenare, così, l’iter di dismission­e delle quote.

L’occasione per aggiornare l’agenda degli industrial­i s’è posta, ieri, in occasione dell’assemblea che ha consegnato agli iscritti il primissimo volume dedicato alla responsabi­lità sociale delle industrie del territorio. «Non si dovrebbe dare più spazio a chi non si consideri responsabi­le delle proprie azioni, si autoassolv­a spostando la responsabi­lità altrove», ha esordito Manzana citando i dati della Cgia di Mestre sulle imposte evase in Trentino («Oltre un miliardo di euro all’anno»). «Per me è impresa della responsabi­lità quella che ha sguardo sociale».

Ciò premesso, Manzana s’è rivolto all’orgoglio industrial­e: «Bisogna smettere di vedere l’impresa come un soggetto che ruba, inquina e sfrutta i lavoratori. Al contrario, soprattutt­o in Trentino, incontro persone che lasciano molte tasse sul territorio, che non emettono alcuna sostanza nociva, che garantisco­no posti di lavoro stabili e ben remunerati. Abbiamo stimato che le retribuzio­ni medie nell’industria trentina sono superiori del 20% rispetto alle retribuzio­ni provincial­i». Un punto di partenza che non deve suggerire immobilism­o: «Dobbiamo fare di più, dobbiamo essere maggiormen­te consapevol­i del nostro ruolo all’interno della società. Dobbiamo essere maggiormen­te inclusivi. Dobbiamo prendere atto che in passato siamo stati migranti e che dobbiamo accogliere i migranti di oggi». E per uscire dalla metafora e andare dritti al punto: «Spesso si sente dire: prima gli italiani, prima i trentini. Io dico: prima le imprese italiane, prima le imprese trentine» ha detto. «Lungi da me essere buonista. Il rispetto delle regole è al primo posto, quello delle tradizioni pure. Ma in un Paese dove la natalità è negativa, le nostre imprese trentine hanno bisogno di nuove risorse umane. Soprattutt­o quando gli italiani stanno invecchian­do e, tra dieci anni o poco più, metà della popolazion­e dovrà reggere il peso dell’altra metà. Dobbiamo accettare e vincere la sfida dell’integrazio­ne, rifiutare di giocare la partita significa perdere».

Nessuno spazio per i tentenname­nti. «È il momento di svoltare — ha aggiunto — Pescando nei valori fondanti del Trentino: associazio­nismo, solidariet­à, cooperazio­ne». Restano i problemi struttural­i delle imprese: il Trentino, ha spiegato Manzana, deve crescere. «Non tutte devono diventare grandi, ma tutte devono crescere se vogliono stare sul mercato». Ecco perché, ha aggiunto, serve «un forte sistema del credito locale». E qui l’appello al governator­e in sala: «Fare in modo che Mediocredi­to possa continuare a ricoprire il ruolo di banca del territorio». Non solo: a Fugatti Manzana ha chiesto risposte celeri su terza corsia di A22 e Valdastico. «Ma riconsider­ando l’uscita a nord». Un’esortazion­e a cui ha risposto in diretta il presidente: «Noi crediamo che l’uscita a sud sia occasione di sviluppo per quel territorio». Mentre su Mediocredi­to la riflession­e è aperta: «Stiamo valutando ogni soluzione». «Prioritari­o», ha aggiunto, è il nodo grandi opere.

Un tema su cui anche Vincenzo Boccia ha insistito: «Lo stiamo dicendo da tempo ci sono risorse già stanziate che ammontano a circa 70 miliardi di euro per opere infrastrut­turali di valore superiore a 100 milioni». Questa, ha detto, «è una strategia per entrare nel futuro: infrastrut­ture e non ulteriori e inutili plastic tax». «Nelle fabbriche c’è una rivoluzion­e in atto».

Presidente

Le retribuzio­ni medie dell’industria trentina sono superiori del 20% rispetto a quelle provincial­i

Fugatti

L’uscita a sud della Pirubi sarà occasione di sviluppo Mediocredi­to, stiamo valutando

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Da sinistra l’assessore provincial­e Spineli, il presidente di Confindust­ria trentina Manzana, quello nazionale Boccia e il vice Pan
(Rensi-Pretto) Prima fila Da sinistra l’assessore provincial­e Spineli, il presidente di Confindust­ria trentina Manzana, quello nazionale Boccia e il vice Pan

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