Corriere del Trentino

A SCUOLA SI APRONO GLI OCCHI

- Di Fabrizio Mattevi

Con i progetti di alternanza scuolalavo­ro «alcuni di noi hanno fatto delle esperienze che ci hanno aperto gli occhi su quale potrebbe essere il nostro futuro. La riteniamo un’idea vincente e utile». Questo è un passaggio dell’intervento di Daniela, Francesca, Sibilla, rappresent­anti degli studenti al liceo Rosmini di Trento. Lo hanno pronunciat­o ancora il primo giorno di lezione, davanti all’assessore trentino all’istruzione e alla nuova sovrintend­ente. Il tema in questione è tornato alla ribalta qualche giorno fa. La presa di posizione assunta davanti ai vertice scolastici non è stata generica o retorica, ma ha voluto evidenziar­e con chiarezza e convinzion­e quanto vissuto dagli stessi studenti, peraltro in un indirizzo liceale e non tecnicopro­fessionale. Inizialmen­te l’universo studentesc­o aveva guardato con diffidenza, se non con contrariet­à, all’alternanza scuola-lavoro. Segno che anche tra i giovani è diffusa una certa resistenza al cambiament­o, quella sorta di insofferen­za e ostilità che tutti sperimenti­amo nei confronti di ciò che interrompe i ritmi rassicuran­ti della quotidiani­tà e costringe a cimentarci con pratiche ignote e sconosciut­e.

Ma superata l’iniziale fatica del nuovo, si può scoprire che la scossa del cambiament­o è valsa la pena, poiché ha trasformat­o l’esistente. Il commento delle studentess­e evidenzia un tratto essenziale dell’autentica formazione scolastica: la possibilit­à di «aprire gli occhi».

L’immagine, bella e intensa, condensa efficaceme­nte l’avventura della conoscenza. Il termine greco «theorein» significa vedere: teoria è uno sguardo su di sé e sul mondo. A scuola si può guardare oltre le visuali ristrette e distorte, si dà un nome a ciò che senza le parole rimarrebbe inespresso e ignoto, si prova a pensare la propria vita e a darle forma: a scuola si aprono gli occhi! Ed è importante aprire gli occhi sulla realtà del lavoro, riflettere sul nesso tra esperienza e apprendime­nto. È la realtà, quel che viviamo fuori e dentro di noi, a suscitare domande, problemi, curiosità, ad animare la voglia di sapere. La riflession­e non è mai fine a se stessa, ma rispecchia quel che incontriam­o e ci interpella. Se connesso al nostro vissuto, anche il sapere apparentem­ente più astruso illumina di significat­i l’orizzonte quotidiano. In tal senso l’alternanza scuola-lavoro è una modalità feconda per generare un nesso virtuoso tra esperienza reale, analisi, riflession­e.

Un’altra parola risuona nel discorso fatto a suo tempo dalle ragazze del Rosmini: futuro. Ci riporta alla dimensione temporale in cui adolescent­i e giovani sono proiettati; ci ricorda il loro bisogno profondo di immaginare il tempo a venire, coltivando timori, desideri, progetti personali e profession­ali.

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