A SCUOLA SI APRONO GLI OCCHI
Con i progetti di alternanza scuolalavoro «alcuni di noi hanno fatto delle esperienze che ci hanno aperto gli occhi su quale potrebbe essere il nostro futuro. La riteniamo un’idea vincente e utile». Questo è un passaggio dell’intervento di Daniela, Francesca, Sibilla, rappresentanti degli studenti al liceo Rosmini di Trento. Lo hanno pronunciato ancora il primo giorno di lezione, davanti all’assessore trentino all’istruzione e alla nuova sovrintendente. Il tema in questione è tornato alla ribalta qualche giorno fa. La presa di posizione assunta davanti ai vertice scolastici non è stata generica o retorica, ma ha voluto evidenziare con chiarezza e convinzione quanto vissuto dagli stessi studenti, peraltro in un indirizzo liceale e non tecnicoprofessionale. Inizialmente l’universo studentesco aveva guardato con diffidenza, se non con contrarietà, all’alternanza scuola-lavoro. Segno che anche tra i giovani è diffusa una certa resistenza al cambiamento, quella sorta di insofferenza e ostilità che tutti sperimentiamo nei confronti di ciò che interrompe i ritmi rassicuranti della quotidianità e costringe a cimentarci con pratiche ignote e sconosciute.
Ma superata l’iniziale fatica del nuovo, si può scoprire che la scossa del cambiamento è valsa la pena, poiché ha trasformato l’esistente. Il commento delle studentesse evidenzia un tratto essenziale dell’autentica formazione scolastica: la possibilità di «aprire gli occhi».
L’immagine, bella e intensa, condensa efficacemente l’avventura della conoscenza. Il termine greco «theorein» significa vedere: teoria è uno sguardo su di sé e sul mondo. A scuola si può guardare oltre le visuali ristrette e distorte, si dà un nome a ciò che senza le parole rimarrebbe inespresso e ignoto, si prova a pensare la propria vita e a darle forma: a scuola si aprono gli occhi! Ed è importante aprire gli occhi sulla realtà del lavoro, riflettere sul nesso tra esperienza e apprendimento. È la realtà, quel che viviamo fuori e dentro di noi, a suscitare domande, problemi, curiosità, ad animare la voglia di sapere. La riflessione non è mai fine a se stessa, ma rispecchia quel che incontriamo e ci interpella. Se connesso al nostro vissuto, anche il sapere apparentemente più astruso illumina di significati l’orizzonte quotidiano. In tal senso l’alternanza scuola-lavoro è una modalità feconda per generare un nesso virtuoso tra esperienza reale, analisi, riflessione.
Un’altra parola risuona nel discorso fatto a suo tempo dalle ragazze del Rosmini: futuro. Ci riporta alla dimensione temporale in cui adolescenti e giovani sono proiettati; ci ricorda il loro bisogno profondo di immaginare il tempo a venire, coltivando timori, desideri, progetti personali e professionali.