Giunta e appalti, nessun dietrofront Passa la legge con le deroghe
Disegno di legge approvato con le deroghe. Ritirata solo la proposta di liberalizzare i subappalti
La giunta provinciale tira dritto sul disegno di legge che introduce la clausola sociale negli appalti pubblici: ieri il testo è stato approvato dal consiglio, mantenendo le deroghe. Contrari Futura e Movimento 5 Stelle.
TRENTO L’esecutivo provinciale tira dritto: il disegno di legge che introduce la clausola sociale negli appalti pubblici è stato approvato — con il voto contrario di Futura e Cinque stelle e l’astensione di tutte le altre minoranze — così come era stato emendato, rispetto alla versione iniziale, dallo stesso Maurizio Fugatti. Con le deroghe, cioè, all’applicazione della clausola sociale. Una marcia indietro — seppur parziale — però c’è stata: in extremis il governatore ha ritirato l’emendamento che avrebbe stralciato il limite del 40% alla possibilità di ricorrere al subappalto nelle gare indette dall’ente pubblico.
«Che la clausola sociale diventi oggi obbligatoria credo sia un grande passo avanti — ha affermato ieri Fugatti in consiglio provinciale — abbiamo licenziato un disegno di legge innovativo, che potrebbe anche fungere da modello per altre realtà nel resto del Paese che volessero legiferare su questa materia, che nei prossimi mesi o anni sarà senza dubbio al centro del dibattito».
La nuova clausola sociale, in sintesi, prevede che si conservino, presso l’impresa che subentra, non solo il posto di lavoro ma anche il trattamento economico già goduto dagli addetti e le medesime condizioni rispetto all’anzianità e al monte ore. A questo testo iniziale, tuttavia, sono state aggiunte delle deroghe: la clausola sociale non si applica nei casi di alto tasso di innovazione tecnologica o qualora il datore di lavoro entrante dichiari di avere già il proprio organico.
Minoranze e sindacati avevano chiesto, mercoledì, che la legge fosse ritirata per un surplus di discussione, ma la giunta ha tirato dritto, limitandosi ad accogliere 9 emendamenti delle minoranze (fra cui quello di Giorgio Tonini che introduce la contrattazione preventiva, prima della gara, tra le amministrazioni aggiudicatrici e le parti sociali, uno di Alessandro Olivi che limita il peso dell’offerta economica a favore degli aspetti tecnici e organizzativi nell’individuazione del vincitore nella gara d’appalto e uno di Filippo Degasperi che prevede che i contratti di riferimento siano quelli provinciali, integrativi compresi).
Sono stati approvati anche i sei ordini del giorno presentati sul disegno di legge (compreso quello di Ugo Rossi che chiede una verifica finanziaria, tecnica e organizzativa sulla sostenibilità delle strutture per il pattinaggio su ghiaccio delle Olimpiadi, prevedendo che i costi di gestione non ricadano sul Comune di Baselga di Pinè).
Per Olivi nel testo «sono stati introdotti elementi contradditori e distorsivi», mentre per Degasperi «il disegno di legge era partito con gli squilli di tromba della carica e tra la fine della scorsa settimana e oggi (ieri, ndr) si è suonata la ritirata su molti aspetti». Secondo Paolo Ghezzi «la legge è stata scritta e modificata troppo in fretta: i punti di domanda sono molti, è mancato l’ascolto».