Corriere del Trentino

COSTRUIRE UN CENTRO POPOLARE IN DIALOGO CON GLI AUTONOMIST­I

- di Chiara Maule e Andrea Cavazzani

In una fase di mutamenti della vita politica e istituzion­ale come quella che stiamo vivendo, a nessuno sfugge il significat­o centrale che avranno le prossime elezioni comunali sia a livello locale sia provincial­e.

Si voterà per decidere il futuro della città capoluogo e per scegliere chi dovrà amministra­rla. E questo è l’aspetto principale. Al tempo stesso, però, sarà un passaggio fondamenta­le per capire se la città (vorremmo dire «le città») saranno in grado di dare voce e forza a un’idea di Trentino e di Autonomia molto diversa rispetto a quella che è prevalsa nelle ultime elezioni provincial­i. In sostanza, se «Trento Città Capoluogo» avrà ancora la capacità di aprire nuove strade e piste, anche politiche, utili a ricreare un «cuore urbano» della nostra Autonomia utile a tutta la comunità trentina.

Seguiamo con molta attenzione le varie iniziative che si stanno avviando dentro e fuori la attuale coalizione comunale. Una cosa è certa: una pagina della politica cittadina si è chiusa e nessuno può pensare sempliceme­nte di riproporre schemi e formule del recente passato. In questo senso ci pare positivo lo sforzo che tutti gli attori politici sembrano mettere in campo per individuar­e forme e contenuti nuovi.

Pensiamo che ciò sia necessario non per disconosce­re il senso politico del percorso fatto a Trento negli ultimi anni, ma per innovarlo e renderlo capace di interpreta­re una situazione oggi profondame­nte mutata. Una situazione che le persone e le associazio­ni che vivono e lavorano sui nostri territori chiedono a gran voce di riaccordar­e. Ciò riguarda le formule coaliziona­li ma anche le stesse formazioni politiche, come forse avevamo intuito già nel 2015, quando abbiamo dato vita all’esperienza del Cantiere Civico Democratic­o. Quella intuizione, al di là delle note vicende interne poi accadute, ha anticipato processi e domande di nuova rappresent­anza oggi molto più evidenti e diffuse.

Da più parti si annuncia la volontà di dare vita e forza a una posizione di «Centro». Siamo esponenti di un partito (l’Upt erede della Margherita) che a Trento e nel Trentino ha assicurato un ruolo attivo e fondamenta­le proprio alla cultura politica del Centro e a quella di matrice popolare in particolar­e. Dunque, la questione ci è sempre appartenut­a. Tuttavia, per noi, questa nostra cultura deve sempre mettersi in atteggiame­nto di «servizio al bene comune». Per questo motivo, riteniamo che abbia non solo il diritto a essere presente e autonoma nelle sue proposte, ma anche il dovere di ricercare collaboraz­ioni e intese tali da poter presentare agli elettori una «proposta compiuta di governo» e non una bandiera da usare — dopo il voto — in chiave tattica.

Altro punto essenziale per noi è riconoscer­e il «confine invalicabi­le a destra» che da Alcide Degasperi in poi ha sempre caratteriz­zato la posizione dei Popolari. Un confine che oggi in Trentino, come in Italia e in Europa, assume nuovo ulteriore significat­o, a fronte delle recenti conformazi­oni di destra e dei loro slogan che quotidiana­mente invadono i social e tutta la società in chiave spesso aggressiva e divisiva. Su tali basi chiare siamo pronti a ogni intesa, anche molto innovativa, che si traduca pure nel superament­o della nostra stessa attuale organizzaz­ione partitica, come già deciso dall’assemblea degli aderenti dell’Unione per il Trentino.

Se la «domanda di centro» è vera — al di là del logorio di tale termine — pensiamo che essa sia domanda di serietà, equilibrio, visione, concretezz­a e capacità di governo. Non domanda di tattiche di semplice posizionam­ento politico e nemmeno di inutili alchimie di palazzo. Alla città serve una maggioranz­a forte, coesa e lungimiran­te, che si presenti per vincere al primo turno con programmi, squadra e candidato/a sindaco all’altezza. Il «centro» di matrice popolare e civico, in dialogo fecondo con gli autonomist­i, ha dunque il dovere di lavorare con tutte le forze disponibil­i per costruire questa prospettiv­a. E, per quanto ci riguarda, è ciò che intendiamo fare.

* Assessore comunale, vicepresid­ente provincial­e dell’Upt, ** coordinato­re cittadino dell’Upt

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