Il sindaco: area delle Albere, da 20 anni ce ne occupiamo
Il sindaco argina la proposta di Zecchi: da vent’anni lavoriamo alla riqualificazione dell’area
TRENTO La riqualificazione della zona a nord delle Albere? Competenza del Comune, Muse e Provincia non dicono niente di nuovo. A parlare tanto chiaramente è il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, rispondendo alla proposta lanciata dal presidente del Muse Stefano Zecchi di lanciare un bando per idee per ridefinire l’orizzonte dell’area che si affaccia sullo stadio e sulle Barchesse, edifici definiti dallo stesso Zecchi «uno schifo urbanistico». A intervenire in merito anche l’assessore provinciale alla cultura Mirko Bisesti aveva sottolineato come il progetto dovrebbe vedere la collaborazione con il Comune, ente proprietario dei terreni su cui sorgono gli immobili incriminati. La risposta del sindaco di Trento Alessandro Andreatta non si è fatta attendere. «La questione non è certo una novità — commenta secco — Il Comune da più di 20 anni discute e lavora su questo progetto straordinario. Già molto è stato fatto e altro ancora si farà».
L’elenco degli interventi è lungo. Dalla costruzione del Muse alla zona abitativa con il grande parco fino alla recente apertura della Biblioteca universitaria. «La questione relativa all’area nord delle Albere non è ancora stata risolta perché nel frattempo ci siamo dedicato a tutto il resto — vuole chiarire il sindaco — Ora abbiamo in progetto la realizzazione della nuova mensa universitaria e di una serie di aule studio nella zona di Trento Fiere. Per quanto concerne lo stadio Briamasco nella variante urbanistica di luglio abbiamo ipotizzato, a fronte di alcune rigorose condizioni, di collocarlo nell’area delle caserme a sud della città, a Mattarello». Andreatta sottolinea un aspetto importante anche riguardo il destino delle Barchesse, i due edifici in stato di forte degrado che affacciano sul sottopasso tra il cimitero e il prato del palazzo delle Albere: «Una è di proprietà del Comune e una della Provincia. Anche se si potrebbe decidere di destinarle a usi diversi il pensiero deve essere comune e la progettazione condivisa».
Il sindaco fissa sia i paletti di competenza sia la destinazione d’uso dell’intera area: «Proporre una nuova riflessione su questi spazi significa sfondare una porta già aperta. Siamo pronti a lavorare con tutti e a integrare le nostre idee con quelle che verranno, sia attraverso un bando di idee sia attraverso un dibattito aperto con la cittadinanza e le maggiori realtà culturali e universitarie. L’area si è andata definendo nella sua vocazione culturale, con il palazzo delle Albere, scientifica, con il Muse, e universitaria, con la Biblioteca. Un quartiere nel quale i giovani possano trovare spazio. Se qualcuno vuole collaborare in questa direzione, anche mettendoci risorse, noi siamo contenti».
Secondo quando preannunciato da Zecchi, anche l’archistar Renzo Piano sarebbe coinvolto nel progetto del bando per idee. Un’ipotesi che piace anche al sindaco, il quale tiene però a ribadire ulteriormente il concetto di preminenza del Comune nell’ideazione della strategia d’azione: «Renzo Piano si è occupato a lungo di tutto il contesto e ha fornito una serie di indicazioni che hanno fortemente ispirato l’area delle Albere. Se vuole collaborare, magari in veste di giudice del bando, è il benvenuto. Ma che si sappia che è un progetto del Comune. Non si danno interventi se il Comune non è l’attore principale».
L’invito Coinvolgere Renzo Piano? Potrebbe presiedere la giuria del bando