Corriere del Trentino

MOMENTI DURI, GRAZIE A CHI CI È STATO VICINO

- Stefano Rossi con Arianna e Francesca

A un anno dalla scomparsa di Michela Ramponi, il marito ha scritto una lettera.

Di seguito pubblichia­mo la lettera che il marito e le figlie di Michela Ramponi, la donna morta un anno fa a Dimaro sotto la tempesta di Vaia, hanno voluto diffondere ieri attraverso il «Tg3 regionale»:

Desidero scrivere questa lettera perché, anche se mi farebbe piacere ringraziar­e singolarme­nte tutti coloro che in ogni modo ci hanno sostenuto e aiutato, mi rendo conto che non sarebbe davvero possibile. In questo difficilis­simo periodo della nostra vita, dopo un anno che la nostra carissima mamma e moglie Michela ci è stata letteralme­nte strappata via, all’improvviso e in modo così crudele, desideriam­o rivolgere a tutti coloro che ci hanno sostenuto ed aiutato il nostro più sentito ringraziam­ento. Innanzitut­to la nostra riconoscen­za e gratitudin­e va ai soccorrito­ri, in particolar­e i Vigili del Fuoco, che si sono prodigati con immensi sforzi e mettendo a rischio le loro stesse vite, per portare in salvo noi e tutte le persone che in quella terribile notte sono rimaste intrappola­te nelle proprie case. Vogliamo anche ringraziar­e tutti coloro che ci hanno aiutato a superare i primi terribili giorni offrendoci ospitalità, generi di prima necessità, tanta comprensio­ne, conforto e affetto. Tantissime persone hanno voluto sostenerci con grande generosità, permettend­oci di riacquista­re i beni materiale che abbiamo perduto e garantendo alle ragazze un supporto economico per la loro istruzione e per il loro futuro. Un ringraziam­ento particolar­e da parte mia va all’istituzion­e cui appartengo, l’Arma dei Carabinier­i, e a tutti i miei colleghi, che hanno dimostrato grande sensibilit­à e comprensio­ne. Commossi e riconoscen­ti ringraziam­o nuovamente tutti di cuore.

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M. Ramponi
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