Bonazzi: «Econyl, scommessa vinta» Delladio: «Aiuti alle società virtuose»
RIVA DEL GARDA Attenzione per la massimizzazione delle risorse utilizzate, riciclo di materiali, valutazione del loro impatto ambientale. Sono solo alcune delle declinazioni della sostenibilità ambientale che le aziende trentine hanno già tradotto in azioni concrete, modificando i processi produttivi e il modo di pensare.
Come Fiemme 3000, azienda produttrice di pavimenti in legno biocompatibili. «La materia prima è solo una componente che influenza l’impatto sull’ambiente del prodotto finale — spiega Marco Felicetti, amministratore delegato —. Bisogna porre attenzione anche a quali materiali secondari vengono utilizzati. Penso a colle e vernici che sono spesso un concentrato di prodotti chimici e che vanno ad aumentare esponenzialmente l’impatto ambientale del prodotto finale».
In tal senso Fiemme 3000 sta ponendo attenzione a come poter fare una valutazione dell’effettiva salubrità degli ambienti interni. «Ci sono progetti e start up che stanno iniziando a realizzare dei misuratori per valutare la salubrità dell’aria in una casa o un ufficio. L’obiettivo è poter fare una sorta di “esame del sangue” agli ambienti: trovare se ci sono nell’aria elementi dannosi, risalire alla fonte e, dove possibile, intervenire per eliminare il problema alla radice».
Per far sì che il lavoro delle aziende per tutelare l’ambiente non venga sprecato servirebbe anche un «cambio di marcia a livello culturale». È quello che chiede Lorenzo Delladio, proprietario di La sportiva, azienda che produce calzature e abbigliamento in val di Fiemme con un fatturato di 115 milioni di euro. «Noi siamo molto attenti al riciclo, abbiamo una linea di prodotti con materiali di scarto lavorati — racconta Delladio —. Il problema è che il costo elevato di questi prodotti allontana il cliente dall’acquisto in Italia e in Europa, mentre negli Stati uniti importano solo i prodotti ecosostenibili». Per questo chiede «un aiuto anche dal punto di vista politico, che dia una mano al
le imprese che hanno un occhio di riguardo per l’ambiente».
Altro esempio virtuoso di creazione di nuovi prodotti dai rifiuti è Aquafil, uno dei principali attori in Italia nella
produzione di fibre sintetiche. «La nostra esperienza con l’economia circolare è iniziata nel 2009, ormai dieci anni fa — ricorda Giulio Bonazzi, presidente e amministratore delegato —. Nel 2011 abbiamo cominciato a produrre Econyl, un nylon fatto al 100% con materiale di rifiuto. È stata una grande sfida per noi, perché è stato difficile trovare sia le tecnologie utilizzabili, sia gli scarti adatti. Una scommessa che abbiamo vinto, considerando che ora Econyl è utilizzata da grandi brand come Adidas e Prada».
La tutela del territorio rientra tra gli obiettivi per garantire la sostenibilità dell’impresa. In Trentino solo lo 0,2% del suolo è dedicato ad aree industriali, per tutelare e valorizzare le ricchezze provinciali come la montagna. Tanto che è stato realizzato
un network chiamato «Confindustria per la montagna» per modernizzare e sviluppare le aree alpine, un impegno sottoscritto nella Carta di Cortina. In tal senso si possono leggere gli sforzi di Funivie
seggiovie San Martino, gestore di impianti di risalita, per «trovare un compromesso valido tra infrastrutturazione del territorio e valorizzazione dell’ambiente in chiave sostenibile» come spiega Valeria Ghezzi, amministratrice delegata dell’azienda. Montagna significa anche turismo, soprattutto sciistico, che ha spesso bisogno di un supporto per garantire la giusta quantità di neve. Technoalpin, azienda leader nell’innevamento di impianti sciistici, cerca di tenere al centro di ogni intervento l’ambiente. «Per ogni impianto realizziamo un progetto di innevamento ad hoc, per massimizzare le potenzialità utilizzando il minor numero di risorse necessarie — illustra Luisa Cunico, responsabile della sede di Trento di Technoalpin —. Le variabili sono molteplici, ma non perdiamo mai di vista la sostenibilità ambientale e il minor utilizzo possibile di risorse ed energia».
Cunico (Technoalpin) Per ogni impianto un progetto ad hoc, per fare il massimo usando il minor numero di risorse