L’appello di Tisi al coraggio delle aziende «Sfruttate il talento per ripopolare le valli»
L’arcivescovo: «Sfidate le leggi della macroeconomia». Pedon: «Il futuro è l’Africa, ho investito in Etiopia»
Se il prodotto è sostenibile, l’efficienza cresce dal 5 al 15%. Detta altrimenti: la capacità produttiva aumenta con il crescere della sostenibilità ambientale e sociale delle aziende. Non solo: il Nordest è l’area geografica con le imprese più virtuose. «E a dirlo è l’Istat», ha assicurato ieri dal palco di Riva del Garda Rossana Revello, presidente del gruppo tecnico responsabilità sociale di impresa di Confindustria. Ma al di là dei numeri, delle rilevazioni e delle statistiche, il coraggio dell’impegno a cambiare i modelli di sviluppo è anche occasione. Lo è per l’arcivescovo Lauro Tisi che agli industriali, ieri, ha chiesto «di sfruttare il talento ribelle per creare sviluppo e crescita nelle valli del Trentino che rischiano di svuotarsi». Come? Sfidando «le leggi della macroeconomia», immaginando nuove «soluzioni di sviluppo». Quindi «generando lavoro», che «trattenga i giovani» altrimenti pronti a spendere il proprio bagaglio di competenze altrove. «E mantenere così il nostro territorio vivo», ha aggiunto l’alto prelato.
La somma dei 17 obiettivi declinati nell’agenda 2030 dell’Onu per uno sviluppo sostenibile alla fine porta esattamente lì: ossia verso la costruzione di un modello economico e sociale che sia equo. Un percorso a tappe che qualcuno ha già avviato e che il primo rapporto di Confindustria sulla responsabilità sociale delle imprese ha censito. Buone pratiche portate sul palco dell’assemblea di ieri e ascoltate da un ospite atipico rispetto ai tanti manager che hanno riempito la platea: Lauro Tisi. «Dietro l’impresa c’è adrenalina, entusiasmo, creatività — ha esordito il vescovo — C’è la capacità di osare, sognare, investire». Uno slancio teso al futuro che, per Tisi, è ricco di possibilità: «Siamo abituati a pensare che impresa e mercato inducano bisogni fittizi — ha detto — invece si può anche tradurre bisogni in opportunità e valorizzare persino l’ambiente che pare maggiormente svantaggiato in modello unico». È accaduto in val di Fiemme, ha ricordato il vescovo citando imprese come Felicetti e Sportiva. «I malanni dell’Italia possono diventare opportunità su cui fare impresa — ha sottolineato ancora — Pensiamo alle nostre valli di cui temo lo spopolamento e, lì dentro, mettiamo sogni, creatività, talento ribelle». Ovvero idee e innovazione «per rendere attrattive le nostre valli, sviluppare imprenditorialità e per fermare l’esodo dei giovani che possiamo trattenere qui». Ed ecco, allora, l’appello: «Mi rivolgo a voi che fate impresa — ha detto l’alto prelato — trasformate la fatica in opportunità e ai rigidi modelli della macroeconomia, che non sono applicabili alle nostre valli, scegliete la fantasia». Per accogliere così «i nostri giovani». Non solo loro. «Anche i migranti che possono essere risorsa preziosa per le imprese e per far ripartire la nazione».
Ma se per il vescovo la traduzione pratica di un nuovo modello sostenibile risiede nella salvaguardia delle valli, per le imprese della regione significa anche cura della terra (nella sua accezione letterale) e dei lavoratori. «Il progetto di Re-Cereal di Dr. Schär — ha spiegato a nome dell’azienda Esther Ausserhofer — mira a reintrodurre nelle regioni alpine grano saraceno, miglio e avena ad alto potere nutritivo, resilienti, ottimizzando i metodi di coltivazione». Mamma da meno di un anno, Ausserhofer è poi testimone del welfare aziendale dell’impresa specializzata in prodotti senza glutine. «Diamo la possibilità alle mamme di fare carriera», ha rimarcato. A partire da un nido aziendale che in meno di due anni accoglie quindici bambini.
C’è poi chi, come Remo Pedon, ha fatto dell’inclusione sociale il paradigma della sua vis imprenditoriale. Presidente di Pedon spa — l’azienda italiana leader nel mercato dei legumi, cereali e semi «che ha l’ambizione di contribuire a nutrire 10 miliardi di persone in modo sostenibile» — l’imprenditore ha avviato nel 2000 un’unità produttiva in Etiopia. «L’Africa è il continente del futuro — ha esordito — Appena arrivato in pochi secondi ho capito che per assumere delle donne dovevo creare spazi per i figli». Scuole prima, asili poi. «Ora abbiamo bus che portano i bambini a scuola, mense, un asilo». E 180 collaboratori in Etiopia, di cui più della metà sono donne.
Una scelta etica che eleva gli standard dei lavoratori e la qualità produttiva. «Lo conferma l’Istat — ha detto Rossana Revello di Confindustria — Le imprese sostenibili sono più attrattive: i giovani vogliono lavorare lì».
Ausserhofer Da Dr. Schär diamo la chance alle mamme di fare carriera Revello Le imprese sostenibili sono più attrattive: i giovani le cercano