Corriere del Trentino

Tumori al seno: in Trentino cinquecent­o casi all’anno

Al Santa Chiara creata la «Rete Clinica Breast Unit»: prevista anche la figura della case manager

- Chiara Marsilli

TRENTO Colpisce in Italia una donna su otto e rappresent­a il 29% dei tumori femminili. Il tumore al seno è però oggi una malattia sempre più diagnostic­abile e curabile. Questo grazie anche a iniziative come la Rete Clinica Breast Unit creata dall’Unità di Chirurgia Plastica dell’Ospedale Santa Chiara di Trento. Un vero e proprio network che coinvolge medici di medicina generale, medici ospedalier­i, fisioterap­isti, infermieri, tecnici, associazio­ni e pazienti per una presa in carico globale della donna all’interno del percorso che va dalla diagnosi alla guarigione. Il progetto prevede anche l’istituzion­e di una nuova figura di infermiera specializz­ata, la «case manager», che si occupa di seguire la paziente in ogni fase della malattia. In Trentino si registrano circa 500 nuovi casi all’anno, ma la sopravvive­nza a 5 anni dalla diagnosi è pari all’87%. «Grazie ad alcuni macchinari di nuova generazion­e siamo passati da 5 a 8 tumori identifica­ti ogni 1000 mammografi­e. Si tratta di tumori di dimensioni significat­ive ma che prima sfuggivano — spiega Marco Pellegrini, radiologo e primario di Senologia clinica —. La diagnosi viene effettuata sia attraverso gli screening organizzat­i sia in seguito alla segnalazio­ne di singole donne che si rivolgono al medico a causa di alcuni sintomi anomali, alcune delle quali hanno già affrontato il tumore. Per questo è fondamenta­le il coinvolgim­ento delle associazio­ni e delle pazienti: per mettere al centro la persona». Positivo anche Paolo

Cristofoli­ni, responsabi­le della Struttura semplice dipartimen­tale di chirurgia plastica e senologica del Santa Chiara: «Negli ultimi anni sono stati fatti importanti passi in avanti sia nella prevenzion­e che nella cura dei tumori, e anche per il tumore al seno ci sono nuove tecnologia per analisi e terapie. Accanto alla radioterap­ia c’è una sempre maggior diffusione della protonterc­apia e si usa sempre meno la chemio a vantaggio di farmaci a bersaglio molecolare e immunotera­pia. Abbiamo vissuto con ansia l’annuncio della volontà di ridurre i costi in oncologia. Capiamo

la necessità della sostenibil­ità economica ma crediamo che l’ammalato tumorale debba avere la precedenza su altre patologie meno gravi». Fondamenta­li anche le azioni di supporto psicologic­o post operatorio e la possibilit­à di ricostruzi­one del seno. Per questo la rete propone una giornata di visite gratuite per le donne operate di tumore al seno che desiderano sottoporsi alla ricostruzi­one mammaria (martedì 29 ottobre dalle 15 alle 18 al reparto di Chirurgia plastica dell’Ospedale Santa Chiara).

Paolo Cristofoli­ni

«Abbiamo vissuto con ansia l’annuncio della volontà di ridurre i costi in oncologia. L’ammalato tumorale deve avere la precedenza»

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(Foto Pretto) Presidente Mario Cristofoli­ni della Lilt

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