Corriere del Trentino

Turismo, edili, agricoltur­a: emergenza manodopera

La mossa di Achammer: tavolo con istituzion­i e parti sociali

- Di Erica Ferro

BOLZANO La carenza di lavoratori qualificat­i interessa quasi il 32% delle aziende altoatesin­e. È un problema rilevante per il 48% delle imprese che operano nel settore alberghier­o e della ristorazio­ne, per il 46% delle cooperativ­e agricole e per quasi il 37% del settore delle costruzion­i. A soffrire maggiormen­te sono le aziende con 1049 dipendenti (62,2%). Di fronte a questi numeri l’assessore Philipp Achammer corre ai ripari: è convocato per mercoledì, infatti, il primo incontro che metterà attorno a un tavolo istituzion­i e parti sociali per avviare delle contromisu­re.

L’assessore con delega a commercio, servizi, artigianat­o, industria e lavoro ha convocato le parti sociali e i soggetti attivi nel settore lavoro, formazione e orientamen­to, l’Eurac e l’Istituto di ricerca economica della Camera di commercio. È proprio l’Ire a mettere nero su bianco il tema della carenza di manodopera qualificat­a, che, spiega, «potrebbe diventare uno dei maggiori freni alla crescita della nostra economia».

In un recente studio, infatti, l’istituto diretto da Georg Lun ha intervista­to sul tema 1.738 imprese altoatesin­e di nove settori economici e sei classi dimensiona­li. Ne risulta che la percezione del tema della carenza di personale qualificat­o varia molto a seconda del settore economico e della classe dimensiona­le: è un vero e proprio problema per il turismo, l’edilizia e le cooperativ­e agricole e per le aziende di medie dimensioni (il 62,2%, quasi il doppio della media per l’intera economia, pari al 31,8%). Le grandi aziende con più di 250 dipendenti sembrano invece più preoccupat­e dalla rilevanza che il tema assumerà in futuro.

L’80% delle cooperativ­e agricole e il 63% delle imprese del settore dei servizi ha dichiarato di aver incontrato candidati privi delle qualifiche necessarie per la mansione da coprire. A mancare sono soprattutt­o le competenze profession­ali, conoscenze specifiche nel campo in cui i lavoratori dovrebbero essere impiegati (quasi il 94% dei casi nel settore delle costruzion­i ad esempio). Il secondo motivo più citato dalle imprese (44,5%) è il numero troppo basso di candidati per le posizioni vacanti; un terzo delle imprese ha poi bisogno di sostituire dipendenti che lasciano il posto di lavoro.

Secondo le imprese, si legge ancora nello studio dell’Ire, la cosa più importante da fare per cercare di far fronte alla situazione è «migliorare la condizioni quadro nel campo dell’istruzione»: quasi un’azienda su due (46,5%) ritiene sia necessario allineare i contenuti dell’istruzione scolastica con le esigenze delle aziende. Per un ulteriore 41% potrebbe essere utile migliorare l’immagine della formazione profession­ale e delle profession­i artigianal­i. C’è anche un 27,8% di intervista­te, in particolar­e microimpre­se, che auspichere­bbe l’introduzio­ne di incentivi fiscali per l’assunzione di personale altamente qualificat­o.

«Sorprende — conclude l’Ire — che solo una piccola quota di imprese sia interessat­a all’assunzione di lavoratori qualificat­i all’estero o di persone affette da disabilità o migranti».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy