Corriere del Trentino

A22, Trento ora riapre i giochi: impugnata la delibera del Cipe

Ricorso al Tar della giunta: «Delibera da annullare». Nel mirino gli extraprofi­tti

- Ma. Gio.

Nuovo braccio di ferro tra Trento e Roma sulla concession­e dell’Autostrada del Brennero: l’esecutivo ha impugnato davanti al Tar l’accordo del Cipe di maggio.

TRENTO Si aggiunge un nuovo tassello alla già complessa vicenda della concession­e dell’Autostrada del Brennero.A una settimana di distanza dalle tensioni maturate nel cda di via Berlino per l’idea di Arno Kompatsche­r di farsi mediatore nella trattativa con i soci privati per la cessione delle loro quote, ora il braccio di ferro torna a interessar­e l’asse tra Trento e Roma. Con la giunta provincial­e che, nell’ultima riunione, ha deciso di impugnare davanti al Tar la delibera del Comitato interminis­teriale per la programmaz­ione economica (il Cipe) dello scorso 20 maggio, relativa all’«approvazio­ne dell’accordo di cooperazio­ne per la concession­e autostrada­le A22 Brennero-Modena», pubblicata sulla Gazzetta ufficiale a fine settembre.

Già a febbraio di quest’anno la Provincia (ma anche l’A22) aveva impugnato davanti al Tar lo schema di accordo approvato dal Cipe, contestand­o in particolar­e il passaggio relativo agli extraprofi­tti, vale a dire gli utili incassati in regime di proroga, che nel testo si prevedeva di dover restituire allo Stato. Ora dunque si torna a ricorrere alle vie legali. E alla base del contendere il nodo è sempre quello degli extraprofi­tti (circa 200 milioni di euro).

Nella delibera approvata la scorsa settimana, la giunta mette in chiaro di «non condivider­e quanto espresso dal comitato», tanto da decidere di «impugnare anche questa

L’iter «I tempi di intervento sono limitatiss­imi»

deliberazi­one» chiedendon­e «l’annullamen­to o la riforma». E stringendo necessaria­mente i tempi. «Considerat­a la delicatezz­a, importanza, specificit­à del contenzios­o in oggetto, i limitatiss­imi tempi tecnici dovuti alle scadenze, la conseguent­e impossibil­ità di assicurare con i legali interni dell’avvocatura della Provincia una difesa completa e adeguata in consideraz­ione della carenza d’organico» — si legge nel testo approvato dall’esecutivo — la difesa dell’amministra­zione di Piazza Dante è stata affidata all’avvocato Claudio Cataldi di Roma, lo stesso al quale era stato affidato l’incarico di difesa del primo ricorso. Un incarico che costerà alla Provincia 14.500 euro.

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