E il centrodestra cerca alfieri per unire tutte le anime: la «presa» di Trento parte da Strada ed Eccher
L’avvocato e la giornalista: i nomi per disincentivare il terzo polo
Prima i programmi,
TRENTO prima le proposte, prima i valori che allaccino le intenzioni degli alleati. Benissimo. Dopodiché senza le persone giuste, nella corsa al trotto che porta alle elezioni amministrative del maggio 2020, c’è ben poco da discutere. Un’ovvietà, si potrebbe dire. Eppure questo è il cruccio della coalizione del cambiamento, ovvero quella che alle provinciali del 2018 s’è fatta trainare dalla Lega interrompendo il lungo ciclo del governo di centrosinistra. Un exploit recente che ha ingrossato le fila degli eletti, disossando tutte le risorse umane disponibili. Tant’è che oggi riempire le liste e trovare i giusti candidati è difficile (posto che lo è per chiunque, vista la disaffezione verso la politica attiva). Ciò premesso, i primi nomi stanno fioccando. Due quelli che convincono maggiormente per il match di Trento: la giornalista Laura Strada e l’avvocato Lorenzo Eccher. Due profili che andranno verificati con tutti gli alleati (Lega, Progetto Trentino, Autonomisti Popolari, Civica, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Agire). L’obiettivo — oltre all’esplicita voglia di vincere — è anche rinsaldare le anime della coalizione e contenere eventuali fughe centriste.
Il terzo polo in sé non pare una minaccia di significativo peso elettorale. Perdere pezzi della coalizione, però, non è piacevole. Così, in attesa di capire se l’agglomerato di centro si mostrerà o meno, gli storici fondatori del centrodestra cercano di contenere eventuali malumori di fondo dei compagni di viaggio. A preoccupare la coalizione, fuori di metafora, è Progetto Trentino di Silvano Grisenti e del vicepresidente della Provincia Mario Tonina che all’alba delle elezioni provinciali del 2018 ha abbandonato l’Upt per unirsi alla coalizione del cambiamento. Già assessore comunale di Trento, poi «superassessore» della Provincia, Grisenti, è voce della collina cittadina e non ha mai smesso di gettare uno sguardo alle vicende del capoluogo. Malgrado le velate rassicurazioni, quindi, gli alleati non nascondono un pizzico di apprensione. Grisenti resta oppure no? «Lo si chieda a lui», dice il primo. «Staremo a vedere», il secondo.
Tant’è che, anche per limitare eventuali strappi — Progetto Trentino non ha mascherato qualche disagio verso alcune scelte della Lega in tema di cooperazione internazionale e accoglienza — la strategia degli azionisti del centrodestra è trovare un candidato sindaco meno marcato politicamente. «Ovvero che rappresenti tutti e possa frenare eventuali spinte verso poli di centro», spiega una voce della coalizione. Una soluzione che risolverebbe anche la questione di fondo: il Comune di Trento è roccaforte del centrosinistra. E il Partito democratico è riuscito a serrare i ranghi anche alle Europee segnate dal trionfo del Carroccio. A Trento il Pd s’è confermato primo partito con il 34,7% (nel capoluogo la Lega ha raggiunto il 28,72%, malgrado resti la prima forza del Trentino con il 37,74%).
Insomma: un candidato esplicitamente della Lega sarebbe meno forte per gli elettori cittadini. E anche il governatore Maurizio Fugatti sarebbe proteso verso l’ipotesi di un nome certamente di area ma meno targato. Ed ecco allora le prime ipotesi su cui i partiti si stanno confrontando. A partire dall’avvocato Lorenzo Eccher, già presidente della circoscrizione San GiuseppeSanta Chiara. Nel 2008, quando venne conclusa l’esperienza della Margherita, scelse il Pd con cui si candidò alle comunali nel 2009. Poi però passò all’Upt che da tempo ha a sua volta abbandonato. L’altro nome che convince la coalizione è la giornalista Rai Laura Strada, inviata e responsabile della rubrica «Il settimanale» della Tgr.
Oltre al capoluogo c’è però la disputa di Rovereto che, per qualcuno, conta più di Trento. E per una ragione specifica: Francesco Valduga, l’attuale sindaco vicino alla ricandidatura nel 2020, è considerato avversario da tenere sotto osservazione per le provinciali del 2023. Il ragionamento è più o meno questo: sconfiggere colui che potrebbe sfidare l’attuale giunta è dirimente. «Se vince ne esce rafforzato», si mormora.
Qui, nella Città della Quercia, chi si sta spendendo è l’assessore Achille Spinelli. Non per se stesso, perché alla candidatura non è interessato. Piuttosto sta cercando un candidato forte, proveniente dal mondo delle professioni. E sempre a Rovereto la coalizione di centrodestra teme l’incursione di Franco Panizza, presidente del Patt e ambito «geografo» di Vittorio Sgarbi. La nomina — che peraltro non è ancora stata fatta — agli alleati non piace affatto. E non è piaciuto soprattutto un intervento pubblico di Panizza che al nome ha aggiunto un appellativo: ex assessore alla cultura. Un affronto a Mirko Bisesti e un cortocircuito politico. Il timore è che Panizza con nuovo ruolo batta il territorio e guadagni spazi. Ecco perché c’è chi ha avanzato un suggerimento: evitare che la nomina sia «gratis» e, piuttosto, sia cristallizzata da un accordo.