Bermax, «lite» sull’esproprio da 500.000 euro
Braccio di ferro tra i titolari della Bermax di via Bolzano, Comune e Provincia sull’indennità di esproprio, determinata in quasi mezzo milione (495.487 euro per l’esattezza), elargita per la realizzazione della rotatoria stradale. I titolari del noto esercizio commerciale contestano la quantificazione dell’indennità, troppo bassa, considerato il danno subito. Il caso nel 2014 era finito sul tavolo della Corte d’appello di Trento che aveva accolto l’opposizione della stima fatta proposta dai titolari della società, Lino e Guido Bernardi snc, difesi dagli avvocati Federica Scafarelli e Gianpiero Luongo, e aveva stabilito, sulla base di una perizia, che l’esproprio era da considerare parziale visto la «complementarietà giuridica e funzionale dell’area adibita a parcheggio con l’attività commerciale». A causa dell’esproprio l’esercizio commerciale ha perso una parte dei posti auto che avrebbe causato una svalutazione dell’immobile. Ma, considerato il fatto che si trattava di un esproprio finalizzato alla realizzazione di un’opera viabilistica, è stata applicata la riduzione dell’indennità del 25%. Il problema è che non sarebbero stati considerati gli ulteriori danni subiti dalla demolizione di un muro che sorge sopra la recinzione e per il quale la Bermax aveva chiesto un ulteriore indennizzo. La richiesta, però, era stata respinta dalla Corte, in quanto, come aveva rilevato il perito, era prevista la ricostruzione del muro in corrispondenza del nuovo confine. Da qui il ricorso per Cassazione. La Bermax contesta la riduzione dell’indennità, che non rientrerebbe nel regolamento che, se dovesse essere ritenuto fondato, violerebbe l’articolo 42 della Costituzione. Inoltre viene denunciata la falsa applicazione degli articoli 1415 della legge provinciale 6 del ‘93. Ora il caso è finito sul tavolo della Corte di Cassazione, «vista la rilevanza della questione», ha rinviato il caso all’udienza pubblica.