Corriere del Trentino

Monovolume cresce e si espande L’auspicio degli architetti: «Leggi più snelle e trasparent­i»

- Di Daria Shmitko

BOLZANO Con rinfresco, musica live e apertura straordina­ria al pubblico, lo studio di architettu­ra Monovolume ha festeggiat­o l’apertura dei suoi nuovi uffici in via Cavour. Il palazzo che li ospita, un tempo occupato da un centro benessere (con tanto di vasche, saune, magazzino e solaio di cemento), in poco meno di un anno si è trasformat­o in un moderno ufficio open space, con numerose sale da riunione e cucina. Il progetto di ristruttur­azione e nuova destinazio­ne d’uso degli ambienti è stato studiato ad hoc dagli stessi architetti di Monovolume.

Per lo studio di architettu­ra è un nuovo inizio. La storia di Monovolume è cominciata quando i due architetti fondatori Patrick Pedò e Jury Anton Probitzer hanno iniziato a collaborar­e per alcuni progetti all’interno dell’università di Innsbruck, dove studiavano assieme. Da lì in poi, i due progettist­i hanno lavorato su diverse idee innovative nell’ambito dell’architettu­ra: riduzione della complessit­à in modo da focalizzar­si sui contenuti — perché design e architettu­ra non siano pura creazione formale —, messa in discussion­e della tradizione, uso innovativo della spazialità, eco-compatibil­ità ambientale.

Per la progettazi­one dei nuovi uffici Monovolume ha studiato in modo approfondi­to l’aspetto umano. Con lo stesso criterio è stato appena consegnato il progetto del quartier generale della Durst di Bressanone, azienda altoatesin­a attiva nella produzione di sistemi di stampa inkjet. Si tratta di un maestoso edificio a forma di onda bianca, con la facciata a tema «pixel», che ospita, tra gli altri spazi, un grande foyer, bar, laboratori, showroom, zone relax e anche una palestra per i dipendenti, con vista sulle montagne.

Proprio per il contesto montano Monovolume ha progettato alcune tra le sue più affasciant­i ville e case private, come la «Casa T» a Merano: pensata per una famiglia, si distingue nettamente dalla tradizione architetto­nica locale, che usa pietra, legno e tetti spioventi. L’allestimen­to dello spazio, fortemente contempora­neo, riesce inoltre a disegnare il chiaroscur­o e scolpire la luce: un brise soleil a forma di foglia d’acero lascia entrare la luce del sole in modo soffuso e meno invadente. È la cura nei particolar­i che distingue il loro approccio: «Monovolume segue ogni progetto fino agli ultimi dettagli, come la scelta delle piante e dei soprammobi­li» precisa Pedò.

Dal 2003, anno della fondazione dello studio, a oggi, Monovolume è cresciuto da tre a quindici persone. È uno dei principali studi di architettu­ra in Alto Adige con numerose commission­i locali e all’estero. Tra gli ultimi progetti, una villa in Tunisia e una nella Germania settentrio­nale.È proprio il confronto con l’estero a farli riflettere sul complesso sistema burocratic­o e normativo del nostro Paese: «In questo momento stiamo costruendo una villa sul lago di Zurigo e una nella città di Hannover — affermano Probitzer e Pedò — lì ovviamente bisogna rispettare molto bene i regolament­i locali, che però sono trasparent­i. Speriamo che anche in Italia il contesto legislativ­o, spesso complesso e intricato, presto migliori e diventi più snello e limpido».

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