Parco sopra i binari, il sindaco apre
Andreatta: «Pronto a valutare l’idea di Busquets». Ma architetti e ambientalisti frenano
Il sindaco Alessandro Andreatta si dice «pronto a valutare» l’ipotesi di Joan Busquets di creare un grande parco lineare nel terreno che verrà lasciato libero dai binari con l’interramento della ferrovia. Tiepidi invece gli architetti: «Serve un ripensamento generale della città» avverte Marco Giovanazzi. Critico anche Beppo Toffolon.
TRENTO «L’idea del grande parco lineare è diversa dal boulevard. Ma siamo pronti a valutarla». Alessandro Andreatta sa di non avere grossi margini di manovra. Almeno temporali: tra sei mesi il suo mandato finirà e entro quella data dovranno essere pronte le linee guida per la riqualificazione urbana della parte di città coinvolta nel progetto integrato (che prevede interramento dei binari, Nordus e bypass ferroviario). Ma la prospettiva di creare, nello spazio lasciato libero dalla ferrovia, un’area verde che corra lungo la città arriva dal «padre» della variante al Prg Joan Busquets. E quindi, assicura il sindaco di Trento, «potrà essere considerata».
Andreatta riparte dalla firma di lunedì in Provincia. E dall’impegno del Comune nel protocollo d’intesa: «Siamo all’inizio. Da ieri abbiamo sei mesi di tempo per tratteggiare le linee guida, che poi saranno portate all’attenzione del tavolo di lavoro composto da Comune, Provincia e Rfi». Palazzo Thun però, proprio in virtù della scadenza elettorale ravvicinata, è già partito. «Ho già avuto qualche scambio veloce con i dirigenti che saranno coinvolti nella definizione delle linee guida. Che hanno valenze diverse: urbanistica, ambientale, ma anche di mobilità, di patrimonio e di edilizia privata». Difficile, oggi, dire dove lo studio andrà a parare. Ma un punto sul quale ribinari, flettere sarà proprio l’ipotesi lanciata dall’architetto spagnolo. «Anche il parco delle Albere — ricorda Andreatta — veniva definito lineare. E questa soluzione rientra nella nostra idea della valorizzazione di quel percorso». Ma ci sono aspetti da valutare. E condizioni, «soprattutto patrimoniali». «Se il parco lineare dovesse occupare tutti gli spazi liberati dalla ferrovia e le aree immediatamente limitrofe — disegna la prospettiva il primo cittadino — serviranno degli espropri, che sono complicati e onerosi. A meno che non si facciano ragionamenti come quello che era stato portato avanti alle Albere». Di fatto, con un dialogo tra pubblico e privati che, in ogni caso, «deve essere forte». È tiepido sulla prospettiva di un grande parco lineare che colleghi le parti nord e sud di Trento, invece, il presidente dell’Ordine degli architetti Marco Giovanazzi. Che parte dalla base della visione, dall’interramento della ferrovia. Per ribadire un «sì» che — almeno in questo caso — mette d’accordo tutti. «Per Trento — sottolinea il presidente dell’Ordine — si tratta di un’occasione unica. La fer
rovia ha creato una frattura, ha tagliato in due la città». E ora, dopo anni di dibattiti sull’ipotesi disegnata dall’architetto catalano Joan Busquets, quella cesura sembra essere destinata a sparire. Anche se i tempi sono tutt’altro che brevi. «Se ai tempi della proposta di Busquets l’interramento risultava tecnicamente difficile — aggiunge Giovanazzi — oggi invece è fattibile». Il bypass legato al quadruplicamento della ferrovia del Brennero, di fatto, rende l’operazione meno complicata rispetto a vent’anni fa. «Questa è un’occasione che la città deve cogliere» avverte il presidente. Che per ora, per quanto riguarda la riorganizzazione urbana e il riutilizzo del sedime lasciato libero dai più che sulle soluzioni si concentra sul metodo. «Si deve approfittare di questo momento — è la sollecitazione dell’architetto — per avviare una riflessione generale su Trento». Partendo dai problemi che, a livello urbanistico,
Movimento 5 Stelle «Ora andiamo avanti con la realizzazione del tram di superficie e quindi del Ring» Il primo cittadino Si dovranno verificare alcune condizioni, in particolare patrimoniali Serve un rapporto forte con i privati
interessano il capoluogo. E in particolare da uno: «Trento — spiega Giovanazzi — è una città dilatata. Per andare da una parte all’altra del capoluogo, in alcuni casi, ci si impiega di più che coprire il percorso tra Trento e Pergine». In questo quadro, è la riflessione del presidente degli architetti, «se al posto degli attuali binari venisse ricavato un unico parco verde, si lascerebbe la città nella situazione attuale». Senza trovare una soluzione a questo problema, insomma. «Invece — ribadisce il concetto Giovanazzi — questo è il momento propizio per ripensare la città, per avviare una riprogrammazione urbana di Trento». Dal punto di vista della mobilità («Perché a Bolzano è così facile muoversi in bici mentre a Trento no?»). Ma non solo. «Lo spazio lasciato libero dai binari — va oltre il professionista — potrebbe diventare un’asse di servizi, magari anche nel verde. Ma non farei un grande parco o un boulevard».
Giudizio positivo sul progetto integrato di Trento anche dal Movimento 5 Stelle. «Ci sentiamo legittimati a sostenere — scrivono Filippo Degasperi, Andrea Maschio, Paolo Negroni e Marco Santini — l’indispensabilità della circonvallazione di Trento e dell’interramento della ferrovia in città». E proseguono: «Il guadagno urbanistico di territorio non può che essere la realizzazione del tram di superficie e quel Ring che cambierebbe totalmente la prospettiva della mobilità che questa città necessita per fare quel salto ambientalista e green che le permetterebbe di essere fiore all’occhiello in Europa».
Trento è un centro urbano dilatato: è questo il primo problema che dovrà essere affrontato