Servizi Muse, vince il Cla: «Gestione ok»
Qualche perplessità i sindacati sulla gestione del personale e sui turni l’hanno sempre avuta. Ma il Consiglio di Stato dà ragione al Cla (Consorzio lavoro ambiente) vincitrice della gara.
TRENTO Qualche perplessità i sindacati sulla gestione del personale e sui turni l’hanno sempre avuta. E Euro&Promos Fm spa ha giocato proprio la carta del personale davanti al Tar e poi al Consiglio di Stato.
La società, arrivata seconda nell’aggiudicazione del secondo lotto dell’appalto, ossia relativo ai servizi di accoglienza, informazioni, supporto al pubblico, biglietteria e call center del Museo delle Scienze (parliamo di un appalto base d’asta da 2 milioni e 594mila euro, aggiudicato il 27 luglio 2018 per 2 milioni e 465mila euro), ha presentato ricorso davanti ai giudici amministrativi contro l’Ati guidata da Cla (Consorzio Lavoro Ambiente), vincitrice della gara. In primo grado il Tar di Trento ha respinto il ricorso e ora la tegola arriva anche dal Consiglio di Stato. Niente da fare, il vincitore resta il Cla. Per i giudici l’offerta tecnica relativa alla gestione del personale è ok.
Euro&Promos aveva impugnato l’aggiudicazione della gara sostenendo che l’offerta tecnica del Consorzio doveva essere esclusa. Il motivo? Secondo la società concorrente Cla non aveva spiegato le modalità organizzative del servizio dei dipendenti nelle fasce orarie, inoltre diciotto dipendenti non sarebbero sufficienti secondo la Euro&Promos, tanto che non sarebbero state contemplate neppure le sostituzioni in caso di assenza. In sintesi Cla non avrebbe rispettato, nella sua offerta tecnica, la prescrizione che rende obbligatoria una pausa dall’attività lavorativa dopo lo svolgimento di sei ore continuative di lavoro e ha evidenziato «l’inadeguatezza dell’offerta». Ma il ricorso secondo i giudici del Consiglio di Stato è infondato in quanto non è dimostrato che l’espressione «turni a giornata intera» equivalga al mancato rispetto della pausa (doverosa dopo un turno di sei ore). Inoltre secondo i giudici la tesi secondo la quale non sarebbe rispettata la pausa dopo sei ore di lavoro «non tiene conto del fatto che al Muse l’orario di lavoro è distribuito su sei giornate lavorative, circostanza che consente un’articolazione di turni di mezza giornata fino a sei ore e turni a giornata intera». Per il Consiglio
di Stato appare assodato che «i diciotto addetti indicati non sono il totale degli operatori». «I diciotto operatori offerti — si legge ancora in sentenza — vanno intesi come risorse da mettere a disposizione della stazione appaltante per l’esecuzione del servizio, al netto di assenze e pause, rappresentando dunque il
“dimensionamento organizzativo” del lotto per le 31 ore. Il monte ore previsto dal capitolato è al netto di assenze e pause». Anche su corsi formativi, ad avviso dei giudici, i rilievi della società friulana sarebbero infondati. «Non tutti i lavoratori già impiegati presso il Muse hanno necessità di corsi formativi».
Il Consorzio Lavoro Ambiente resta dunque il vincitore. Ma sull’appalto contestato rischia di aprirsi anche un fronte penale. Ad aprile i militari delle Fiamme Gialle ha avviato accertamenti proprio sull’affidamento di due lotti relativi al servizio di presidio, vigilanza e supporto alla visita del pubblico e, appunto, sui servizi di accoglienza, informazioni, biglietteria e call center del Muse.