Trento-Lavis, una fusione che non piace
Santuari si dice preoccupato e perplesso: «Così perdiamo il legame con il territorio»
«Preoccupazione e perplessità» del presidente della Comunità della Valle di Cembra Simone Santuari e dei sindaci della valle per la proposta di fusione tra le due Casse rurali di Trento e Lavis-Mezzocorona Valle di Cembra.
TRENTO «Preoccupazione e perplessità» sono i sentimenti espressi dal presidente della Comunità della Valle di Cembra Simone Santuari e da molti sindaci dei territori della valle coinvolti per la proposta di fusione tra le due Casse Rurali di Trento e Lavis-Mezzocorona-Valle di Cembra. La proposta, anzi il «tema rovente», come lo hanno definito Elmar Mattevi e Diego Paolazzi, che la scorsa settimana hanno rassegnato le dimissioni dal consiglio di amministrazione della Cassa rurale Lavis Mezzocorona Valle di Cembra, è «la fusione per incorporazione della Cassa rurale Lavis Mezzocorona Valle di Cembra con la Cassa rurale di Trento» che, avevano evidenziato gli ex consiglieri, «in questi mesi è stata portata avanti con forza da una sola parte del consiglio di amministrazione».
La preoccupazione di Santuari e dei primi cittadini delle valli coinvolte «nasce dal fatto che una banca di queste dimensioni non riesca più a fare da Cassa rurale e a rappresentare le vere istanze del territorio, dei suoi cittadini e delle imprese che ci abitano e ci lavorano». Inoltre, il presidente della
La sede della Cassa rurale Lavis Mezzocorona Valle di Cembra di via Rosmini a Lavis
Comunità Valle di Cembra ricorda: «Abbiamo raggiunto con la precedente fusione (non appena due anni fa) una dimensione considerata adeguata dalla Bce e dalla Banca d’Italia in termini di patrimoni e qualità degli attivi».
Inoltre, «l’avvento della capogruppo Cassa centrale banca, cui aderiscono 17 Casse rurali trentine e altre 63 banche del credito cooperativo sparse per l’Italia, dà sicurezza, solidità e futuro a tutte le Casse del gruppo». Ricordando poi come in Trentino negli ultimi anni «abbiamo fatto un gran lavoro e le 17 Casse rappresentano, magari non in maniera uniforme, le diverse vallate del nostro territorio. Lavoriamo a consolidare il rapporto tra la Valle di Cembra e la Rotaliana cercando di costruire un percorso tra le due comunità, che hanno radici comuni ma che spesso, in passato, hanno avuto incapacità di far sistema per stare assieme».
Santuari sostanzialmente teme che «questa ennesima fusione porti a diventare periferia anche in questo settore perdendo in questo modo il forte legame con il territorio, che è fatto dalla conoscenza profonda con il mondo del volontariato, dall’associazionismo, dalle imprese, e non ultimo dai suoi cittadini, che poi — conclude il presidente della Comunità Valle di Cembra — è forse il motivo più grande e quello che ha spinto alla creazione di una banca fondata anche sui soci e non soltanto sui capitali».
La proposta di fusione dovrebbe essere approvato dall’assemblea straordinaria convocata per il 22 novembre. Anche se per gli ex consiglieri di Lavis sembra solo un atto formale, una decisione già presa.